Antenna 5G a Casali del Manco: il Comune frena, la sindaca Pisani: «Prima la nostra salute»
Si infiamma il dibattito sull’installazione di antenne 5G nel territorio di Casali del Manco. Il tema è stato al centro di una seduta straordinaria e pubblica del Consiglio comunale, convocata dalla sindaca Francesca Pisani su richiesta della minoranza. All’ordine del giorno: due richieste pervenute da operatori del settore delle telecomunicazioni per l’installazione di antenne nelle frazioni di Trenta e Serra Pedace. L’incontro, partecipato anche da cittadini preoccupati per l’impatto delle infrastrutture 5G, è servito a fare chiarezza sullo stato dell’iter autorizzativo.
«Ci siamo resi conti che la minoranza non aveva proposte alternative – ha spiegato la sindaca al nostro network-. La nostra posizione è netta: sappiamo che non possiamo ostacolare il progresso, ma siamo per la salvaguardia dei cittadini e stiamo facendo quanto possibile per impedire le installazioni. È bene però che emerga un aspetto: i sindaci non possono impedire le installazioni di queste infrastrutture sul territorio comunale, ma non molliamo la presa. Nel dettaglio, il Comune non ha concesso terreni pubblici, ma l’azienda che opera nel campo delle infrastrutture delle telecomunicazioni, avrebbe stipulato accordi con privati nelle due frazioni interessate. A seguito dello stop imposto dal Comune ai lavori, la società ha presentato ricorso al TAR, aprendo di fatto un contenzioso legale».
La prima cittadina ha infine annunciato che l’amministrazione intende conferire l’incarico a un legale di primo piano, per difendere in sede giudiziaria la posizione del Comune. Insieme ad Ernesto Serra del circolo locale, presente al Consiglio comunale aperto anche Maria Pia Funaro, esponente di spicco di Sinistra Italiana in provincia di Cosenza e componente della segreteria regionale con delega proprio all’ambiente. «Il combinato disposto delle modifiche normative portate avanti dal governo di destra in termini di installazioni e dei finanziamenti a valere sul PNRR – dicono i due – potrebbe consentire una diffusione di installazioni di antenne 5G senza una corretta pianificazione. Come SI saremo accanto alla popolazione per la tutela della salute e del territorio».
Casali del Manco, cosa dice la normativa in materia di antenne 5G
A legiferare in tale materia si è iniziato nel 2003, con successiva modifica nel 2013. A gennaio 2024, con il decreto legge concorrenza, voluto dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy D’Urso (fratelli D’Italia) si è addirittura provveduto ad aumentare il limite da 6 v/m a 15v/m per favorire lo sviluppo della 5G Economy italiana. Questo comporterà per gli operatori della telefonia – tutti stranieri – la modifica delle rispettive reti. Tali scelte in materia sono state aspramente criticate dalle associazioni ambientaliste e dai parlamentari di centrosinistra.
Queste critiche sono state avallate dagli esperti che hanno evidenziato l’impatto sulla salute ed hanno manifestato grande preoccupazione, considerato che, in realtà, il limite fissato è ben maggiore ed in alcune fasce orarie supererà il limite, oltre il quale è stato verificato con studi scientifici, un incremento dei tumori soprattutto a livello neurologico, incidendo maggiormente sulle fasce più deboli come bambini, anziani e donne in gravidanza. Ciò in quanto, nel 2013 il Governo Monti ha stabilito che la misurazione non va fatta nelle ore di maggior traffico, come avviene negli altri paesi europei, ma in una media di 24 ore.
«Cosicché – conclude in una nota Sinistra Italiana – appare evidente che nelle fasce orarie di maggior traffico il limite può essere superato anche di quattro volte quello prefissato. Il gran regalo del Governo Meloni alle compagnie telefoniche, che coinvolgono interessi economici personali legati ad esponenti di governo, è di aver consentito l’emissione della 5 G a 15v/m in quanto il problema non è l’antenna, bensì le emissioni».