Discarica di Scala Coeli, «il mare è pulito»: Calopezzati torna balneabile
Un sospiro di sollievo. È certamente quello che ha tirato il sindaco di Calopezzati, Antonello Edoardo Giudiceandrea, nel revocare l’ordinanza di divieto di balneazione lungo tutti gli oltre quattro chilometri di costa comunale, emessa dopo l’incidente verificatosi nella discarica di contrada Pipino a Scala Coeli, giovedì scorso, una settimana fa.
Il percolato finito in mare aveva indotto Giudiceandrea a emanare il provvedimento, l’unico del genere su tutto il litorale ionico, anche a seguito del racconto di un sub ricercatore universitario che nei giorni scorsi stava effettuando degli studi sulla prateria di posidonia oceanica che si estende nello specchio di mare calopezzatese. Lo studioso ha raccontato al sindaco di aver notato l’avvicinarsi in mare di una «nuvola scura».
E così, in via precauzionale, in attesa degli esiti delle analisi «ufficiali» predisposte da Arpacal, il sindaco di Calopezzati si è rivolto ad un laboratorio privato, per capire «qual è lo stato di salute del nostro mare».
I risultati sono arrivati questa mattina ed i parametri rientrano nella norma. Anzi, «batteri quali escherichia coli; enterococchi intestinali e coliformi totali non solo nella norma ma prossimi allo zero».
Anche a Cariati «il mare è balneabile». Secondo il sindaco, Cataldo Minò, lo confermano «i dati ufficiali trasmessi al Comune dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (Arpacal) che ha comunicato gli esiti delle analisi chimiche eseguite sul campione di acqua di mare prelevato a 100 metri a nord del fiume Nicà. È confermato anche dalle analisi commissionate dall’amministrazione comunale a laboratori accreditati e che hanno monitorato l’intero litorale comunale, ricalcando i risultati dell’Arpacal e restituendo per diversi tratti dati eccellenti rispetto alla qualità delle acque».
«Questo episodio, sul quale possiamo finalmente rassicurare cittadini, turisti e territorio – conclude il Minò – non può e non deve distogliere l’attenzione dalla più ampia emergenza ambientale che, oltre l’allarmismo a fasi alterne, richiede una collaborazione costante e continuativa dei cittadini e di tutti gli attori socio-economici, in particolare degli operatori turistici, rispetto a tutte le fonti di inquinamento considerate a 360 gradi: dai fossi d’acqua, passando dalle campagne e fino alle spiagge e al mare».