Sezioni
29/06/2023 ore 19.09
Ambiente

Discarica di Scala Coeli, Legambiente "stronca" l'Arpacal: «I parametri analizzati non dicono nulla»

L'Agenzia regionale ha diffuso gli esiti dei campionamenti fatti in mare all'indomani dello sversamento di percolato dall'impianto di località Pipino, ma il presidente del circolo Nicà solleva i suoi dubbi: «La ricerca di escherichia coli non basta»
di Mariassunta Veneziano

Le analisi dell’Arpacal sono arrivate e rassicurano sulla presenza – o, meglio, sull’assenza – di sostanze inquinanti in mare lungo la costa del Basso Ionio cosentino. Così, almeno, sembra. Perché qualcuno dalla comunicazione diramata non si sente affatto rassicurato. Anzi. A sollevare dubbi è il presidente del circolo Legambiente Nicà, Nicola Abruzzese, che da una settimana a questa parte cerca quotidianamente di tenere alta l’attenzione su quanto accaduto perché, dice, «questo territorio non meritava tutto ciò».

I prelievi erano stati fatti in seguito allo sversamento di percolato nel torrente Patia/Cacciapuoti, poi confluito nel fiume Nicà, che aveva portato una settimana fa al sequestro della discarica Pipino di Scala Coeli.

Gli esiti degli esami sui campioni hanno tranquillizzato – anche se solo in parte – i sindaci della zona, quello di Cariati, Cataldo Minò, che nell’imminenza dell’accaduto aveva interdetto un chilometro di costa, e quello di Calopezzati, Edoardo Antonello Giudiceandrea, che proprio oggi ha revocato l’ordinanza con cui nei giorni scorsi aveva disposto il divieto di balneazione e pesca nel tratto di sua competenza.

Ma Legambiente non ci vede chiaro e anche sui risultati diffusi dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente solleva delle perplessità. «In merito alla nota diramata da Arpacal, ci si chiede quali siano i parametri chimici ricercati», evidenzia il presidente del circolo Nicà.

«Si evince chiaramente che è stata effettuata la ricerca di escherichia coli – continua –. I parametri chimico-fisici (metalli pesanti, COD) alla luce del grave disastro ambientale che ha visto la fuoriuscita di percolato di discarica, che è ancora nel torrente Patia da giorni, sono di fondamentale importanza, escherichia coli a parte. La cui ricerca, senza quella di altri analiti, non contribuisce a rassicurare né a dare informazioni sull’entità del danno ambientale.

«In merito a quanto accaduto – conclude dunque Abruzzese – è di fondamentale importanza l’eliminazione del percolato che si trova a monte, nel torrente Patia ed in parte nel fiume Nicà per salvaguardare il mare, le falde ed il terreno».