Discarica di Scala Coeli, Legambiente "stronca" l'Arpacal: «I parametri analizzati non dicono nulla»
Le analisi dell’Arpacal sono arrivate e rassicurano sulla presenza – o, meglio, sull’assenza – di sostanze inquinanti in mare lungo la costa del Basso Ionio cosentino. Così, almeno, sembra. Perché qualcuno dalla comunicazione diramata non si sente affatto rassicurato. Anzi. A sollevare dubbi è il presidente del circolo Legambiente Nicà, Nicola Abruzzese, che da una settimana a questa parte cerca quotidianamente di tenere alta l’attenzione su quanto accaduto perché, dice, «questo territorio non meritava tutto ciò».
I prelievi erano stati fatti in seguito allo sversamento di percolato nel torrente Patia/Cacciapuoti, poi confluito nel fiume Nicà, che aveva portato una settimana fa al sequestro della discarica Pipino di Scala Coeli.
Gli esiti degli esami sui campioni hanno tranquillizzato – anche se solo in parte – i sindaci della zona, quello di Cariati, Cataldo Minò, che nell’imminenza dell’accaduto aveva interdetto un chilometro di costa, e quello di Calopezzati, Edoardo Antonello Giudiceandrea, che proprio oggi ha revocato l’ordinanza con cui nei giorni scorsi aveva disposto il divieto di balneazione e pesca nel tratto di sua competenza.
Ma Legambiente non ci vede chiaro e anche sui risultati diffusi dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente solleva delle perplessità. «In merito alla nota diramata da Arpacal, ci si chiede quali siano i parametri chimici ricercati», evidenzia il presidente del circolo Nicà.
«Si evince chiaramente che è stata effettuata la ricerca di escherichia coli – continua –. I parametri chimico-fisici (metalli pesanti, COD) alla luce del grave disastro ambientale che ha visto la fuoriuscita di percolato di discarica, che è ancora nel torrente Patia da giorni, sono di fondamentale importanza, escherichia coli a parte. La cui ricerca, senza quella di altri analiti, non contribuisce a rassicurare né a dare informazioni sull’entità del danno ambientale.
«In merito a quanto accaduto – conclude dunque Abruzzese – è di fondamentale importanza l’eliminazione del percolato che si trova a monte, nel torrente Patia ed in parte nel fiume Nicà per salvaguardare il mare, le falde ed il terreno».