Parco nazionale della Sila, Bloise: «I resti dell'Elefante preistorico presto torneranno a casa» | VIDEO
La legge numero 344 del 1997 istituisce il Parco nazionale della Sila. Esteso su una superficie pari a 74mila ettari, ricomprende diciannove comuni appartenenti alle province di Cosenza, Catanzaro e Crotone.
Nel territorio dell’area protetta sono presenti 25 siti di interesse comunitario, un sito di interesse nazionale e tre zone di protezione speciale. Il Parco nazionale della Sila, situato nel più grande altopiano d’Europa, è costituito da Sila Grande, Sila Piccola e Sila Greca.
Sulla sponda sud del lago Cecita sono stati rinvenuti i resti di un villaggio neolitico risalente a 3.500 anni fa: le popolazioni che abitavano questi luoghi lavoravano l’ossidiana proveniente dalle isole Eolie, che veniva poi trasformata in utensili.
Sempre vicino al lago Cecita, è stato ritrovato lo scheletro di un elefante preistorico. Una scoperta unica nel suo genere in Italia: l’Elephan antiquus, alto circa quattro metri, è stato ricomposto presso l’università di Campobasso, e adesso la speranza è che possa presto tornare a casa.
La Sila, soprannominata da sempre “Gran Bosco d’Italia” è stata sfruttata sin dai tempi della Magna Grecia per il suo legname, utilizzato nella costruzione di navi, chiese e case.
Il Parco nazionale della Sila si caratterizza per la straordinaria presenza di boschi e antiche foreste che coprono l’ottanta percento della superficie, per i laghi artificiali Cecita, Arvo e Ampollino sfruttati per la produzione di energia elettrica.
I rilievi più alti sono monte Botte Donato (1928 metri) in Sila Grande e monte Gariglione (1764 metri) in Sila Piccola. Il Parco nazionale della Sila vanta tre diversi Centri Visite: uno sul lago Cecita, in località Cupone, dove è stata recuperata un’antica falegnameria, l’altro in località Monaco nel comune di Taverna, il terzo in località Buturo-Casa Giulia, nel comune di Albi, dov’è possibile praticare birdwatching e biowatching, fotografia naturalistica, gite in barca a vela o canoa. Tra gli altri sport ci sono: sci di fondo e di discesa, trekking, sleddog, mountain bike ed equitazione.
Il Parco nazionale della Sila coniuga la tutela dell’ambiente allo sviluppo economico. Le attività produttive ricomprendono intrecci di castagno, argilla cotta, trame di ginestra, lana, seta e lino, senza dimenticare i gioielli in filigrana. In agricoltura, si distingue la patata della Sila che vanta il marchio IGP (indicazione geografica protetta). Di rilievo le produzioni di cereali, frutteti, castagne, funghi e frutti di bosco.
La specie arborea più nota dell’Altopiano silano è il “Pino nero di Calabria”, che cresce in queste foreste e in pochissimi altri posti al mondo. Nel 2016, il Parco nazionale della Sila ha affidato in concessione al FAI, il Fondo per l’Ambiente italiano, la gestione di un bosco che risale al 1600: si tratta della famosa Riserva dei Giganti di Fallistro, 58 esemplari di pini larici alti quaranta metri e dal diametro di due metri.
Sin dalla sua istituzione, il Parco nazionale della Sila si è posto come obiettivo il riordino della rete dei sessantasei sentieri che si sviluppano lungo seicento chilometri. L’Ente Parco è destinatario di una serie di interventi pubblici per un ammontare di 25 milioni di euro: nel piano triennale degli interventi, figura la riqualificazione di un’antica colonia situata a Camigliatello silano e uno studio sulla salute dei Giganti della Sila.
Un team di esperti biologi ha certificato che la Sila è il luogo dove si respira l’aria migliore d’Europa.