Scrutini al via, a Corigliano Rossano la partita più importante
Tre candidati – Graziano, Promenzio, Stasi – e diverse sfide da affrontare. Quello che c’è da sapere sulla sfida di Corigliano Rossano.
Ci siamo. Da pochi minuti le urne che contengono le schede delle elezioni amministrative sono state aperte e nelle prossime ore cominceranno a disegnare gli scenari futuri dei comuni chiamati al voto. La partita più importante è in riva allo Ionio, dove il responso degli scrutini consegnerà alla storia il nome del primo sindaco della città unica di Corigliano Rossano. Settantaquattro le sezioni che hanno visto un’affluenza del 62,33%, dalla cui scelta non dipenderà solo un primato da mettere nero su bianco a uso e consumo degli anni a venire, ma il futuro prossimo di un comune con molte ferite da sanare, affamato di buone idee da mettere a frutto.
Le sfide sono importanti, questioni più volte sbandierate da chi in questi anni ha tenuto in mano le redini del territorio e poi rimaste ad attendere sotto strati di polvere. Questioni a volte più grandi dell’agire amministrativo che però non potrà ignorarle né trincerarsi dietro a una vaga impossibilità di fare. Candidarsi a guidare un comune è un’assunzione di responsabilità, ed essersi candidati a guidare un comune come Corigliano Rossano comporta grosse responsabilità e la necessità di dosi massicce di fermezza e carattere. Quelli che servono per battere i pugni sui tavoli che contano, dove si giocano partite che per chi da queste parti ci vive tutto sono meno che un passatempo.
Dalla Sanità al lavoro, le emergenze che non possono più attendere
La grande partita della Sanità, per esempio, dove in ballo non c’è solo un ospedale unico atteso da anni, ma anche l’efficientamento dei servizi esistenti – o che dovrebbero esistere – perché aver bisogno di cure non diventi un percorso a ostacoli per chi già ha i suoi ostacoli da affrontare.
Chi vincerà dovrà anche rimettere in moto un territorio frenato da infrastrutture al passo coi tempi andati e trasporti fantasma. C’è il nodo delle strade, dei collegamenti con il resto della Calabria e del mondo, con la Statale 106 come principale – anche se non unico – tema da svolgere. E poi treni e ferrovie, ormai ricordo di epoche passate, e una rete di mezzi pubblici che sappia rispondere tanto al bisogno di mobilità dei cittadini quanto a quello di una sostenibilità ambientale non più trascurabile.
L’agricoltura, vocazione di un’area dove la terra e i suoi frutti si sono man mano trasformati, da risorsa che erano, in problema. E il turismo, l’altra grande ricchezza sempre evocata e mai afferrata, con un mare e due centri storici a cui per brillare di luce propria servirebbe solo un po’ di attenzione in più.
E poi la faccenda Enel, uno scheletro in riva allo Ionio che, dopo tante discussioni, ancora aspetta di conoscere il suo destino. Un destino in cui è insito quello di un’intera area che ha l’occasione di muovere un passo verso il futuro, un futuro che abbracci l’ambiente, lo sviluppo, il lavoro.
E il lavoro, appunto. Sfida difficile ma necessaria di una terra che continua a privarsi delle sue risorse più giovani e delle sue menti migliori che qui non trovano motivo per restare. Così come il sociale, cenerentola di una comunità sfilacciata che anela spazi e occasioni per riannodare i suoi fili.
E ancora dissesto idrogeologico, rete idrica, periferie. Un enorme materiale che chi otterrà la fiducia dei cittadini avrà il dovere di plasmare nel loro esclusivo interesse, se oltre alla storia vorrà scrivere anche un’altra storia. (Mariassunta Veneziano)