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12/04/2016 ore 20.17
Attualita

Violentò la figlia di 5 anni, condannato anche in Appello

La sentenza di primo grado viene confermata dalla Corte di Appello che ha accolto le richieste della Procura generale e della parte civile. L’imputato ritiene di essere vittima di un errore giudiziario, ma le accuse a suo carico sono pesanti Anche la Corte di Appello di Catanzaro ha condannato nei giorni scorsi un 50enne originario
di Redazione Cosenza Channel

La sentenza di primo grado viene confermata dalla Corte di Appello che ha accolto le richieste della Procura generale e della parte civile. L’imputato ritiene di essere vittima di un errore giudiziario, ma le accuse a suo carico sono pesanti

Anche la Corte di Appello di Catanzaro ha condannato nei giorni scorsi un 50enne originario di San Fili accusato di aver abusato sessualmente della figlia di 5 anni, la quale raccontò delle presunte violenze a una maestra d’asilo che dopo aver informato la famiglia della vittima si presentò dalle forze dell’ordine per denunciare l’accaduto. Fatti, quelli oggetto del procedimento penale aperto a suo tempo dalla Procura di Cosenza, che hanno avuto due giudizi molto severi: in primo grado M. D. fu ritenuto colpevole dal tribunale di Cosenza in composizione collegiale che inflisse la pena di sei anni di carcere all’imputato, di recente i giudici di secondo grado accogliendo la richiesta della pubblica accusa e della parte civile, rappresentata dall’avvocato Nicola Carratelli costituitosi per conto della mamma della piccola, hanno confermato la sentenza emessa nel novembre del 2014 dal presidente Enrico Di Dedda. L’uomo si è dichiarato innocente e soprattutto vittima di un errore giudiziario a causa della rancore che la sua ex moglie aveva nei suoi confronti. La difesa dell’imputato, assistito dagli avvocati Ernesto D’Ippolito e Antonio Vanadia, avevano chiesto l’assoluzione. Nel corso della discussione, tuttavia, la parte civile ha sottolineato la madre della minore non ha utilizzato i fatti relativi a questo procedimento penale nella causa civile di separazione. Dunque, quegli abusi alle parti intime condannano per la seconda volta il presunto papà-orco. (redazione cronaca)

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