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02/02/2020 ore 18.59
Cosenza Calcio

Braglia, Pescara nel destino. Come passa il tempo...

– di FRANCESCO LA LUNA –Da una Pescara all’altra, insomma. Il destino di Piero Braglia e la sua eventuale permanenza sulla panchina del Cosenza pare si deciderà domani all’Adriatico. Caso del destino, proprio in quello stesso stadio che l’ha consacrato come l’allenatore capace di riportare i Lupi in Serie B dopo quindici, lunghissimi anni divisi fra dilettantismo e categorie minori. Una
di Francesco Pellicori

di FRANCESCO LA LUNA
Da una Pescara all’altra, insomma. Il destino di Piero Braglia e la sua eventuale permanenza sulla panchina del Cosenza pare si deciderà domani all’Adriatico. Caso del destino, proprio in quello stesso stadio che l’ha consacrato come l’allenatore capace di riportare i Lupi in Serie B dopo quindici, lunghissimi anni divisi fra dilettantismo e categorie minori. Una storia che sembrava ai titoli di coda dopo la sconfitta di Salerno, ma il libro non è ancora finito.

Braglia due anni dopo

In due anni sono cambiate tante cose, forse troppe. Lo scorso campionato il ritorno a Pescara fu più che dolce. Finì 1-1, fra mille polemiche arbitrali per il rigore non concesso sul mani di Gravillon. Poi l’ennesima conferma che Gennaro Tutino stava per esplodere ed avrebbe lasciato la Sila per sempre. Quella fu anche la partita che, con ogni probabilità, fece innamorare il presidente biancazzurro Sebastiani di Luca Palmiero, un altro degli eroi della promozione, strappato alla corte di Piero Braglia dopo una lunghissima trattativa. A Pescara, l’allenatore ritroverà anche lui, in un curioso gioco d’incroci che impone ai rossoblù di cambiare rotta. La classifica è preoccupante, ma ciò che ha lasciato di sasso molti tifosi è l’epilogo del calciomercato. Braglia, da sempre difeso a spada tratta dai supporter, nel frattempo ha perso parte della propria popolarità. Se sia a giusto titolo o meno non si capisce, data l’impossibilità di lavorare con una squadra completa dal primo giorno di ritiro e l’incredibile sforzo al quale si è sottoposto per riuscire a trovare una quadra che, ad oggi, non c’è.

Pescara vicina, Pescara lontana

Come sembra lontana la dolce Pescara, che domani rischia di diventare amara per l’allenatore più longevo dell’era Guarascio. Roselli durò due anni e due mesi, Braglia ha tagliato questo traguardo da molto tempo ormai. Ha festeggiato col Crotone le cento panchine rossoblù. Sembrava una storia d’amore infinita, che a Pescara aveva avuto il suo apice e il suo secondo inizio, invece ora il rischio è un addio nello stesso stadio che lo vedeva festeggiare insieme ai suoi fidi scudieri. Di quella formazione, oggi, ne sono rimasti cinque: SaraccoIddaCorsiD’Orazio e Bruccini. Di questi, soltanto due sono ancora oggi titolari, mentre gli altri tre o giocano poco o non giocano affatto. Quanto cambia il tempo, mister. Quanto passa e quanto vorremmo non passasse mai. Comunque vada, di Pescara resterà un bel ricordo: non sarà un brutto addio a cancellare una bella storia d’amore.