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25/09/2019 ore 01.46
Cosenza Calcio

Braglia striglia il Cosenza: «Siamo spariti dopo cinque minuti, ora basta»

Piero Braglia arriva in sala stampa con molto ritardo dopo il termine della gara. Non è il suo solito, perché il tecnico ama sbrigare velocemente la pratica della conferenza stampa. Il lungo tempo è coinciso con le “osservazione”, certamente non leggere, ma puntuali, nello spirito franco del generale bragliano. Non felice per il punto arrivato
di Giulio Cava

Piero Braglia arriva in sala stampa con molto ritardo dopo il termine della gara. Non è il suo solito, perché il tecnico ama sbrigare velocemente la pratica della conferenza stampa. Il lungo tempo è coinciso con le “osservazione”, certamente non leggere, ma puntuali, nello spirito franco del generale bragliano. Non felice per il punto arrivato contro una squadra più in forma del Cosenza: «Che stanno meglio di noi, si vedeva. Abbiamo fatto 5 minuti, poi siamo spariti. C’era da cambiarli tutti. Spero vivamente che sia stato un fatto che non avevamo recuperato dalla partita di Benevento».

La disamine tattica, vede in uno slegamento dei reparti e in una errata conduzione del gioco offensivo: «Non accompagnavamo Riviére, che viaggiava da solo. Dobbiamo – dice Braglia – cercare di recuperare ragazzi che non stanno bene come Carretta, solo una fotocopia di quel bravo calciatore da noi comprato. Noi abbiamo solo rinviato. Ora cambiamo velocemente atteggiamento e modo di stare in campo. A me non piace essere passivo e remissivo». 

«Adesso cambio io»

La mano, dice Braglia, “invisibile” e non troppo che può cambiare rotto è quella, doverosa, dell’allenatore. «Ora c’è da trovare l’appiglio, altrimenti è un guaio. Questa squadra deve giocare in un modo, si è detto. Si trovano meglio 3-5-2, 4-3-3 in progressione. Ora le cose le cambio io. Non mi va di vedere il solo attaccante in area ad aspettare i cross dalle corsie. Da oggi in poi, chi avrà problemi fisici non giocherà». «Nel calcio – continua il mister grossetano – può servire tutto. La soluzione la può trovare l’allenatore. Tutti siamo incazzati, loro e noi. Noi non siamo felici di giocare a calcio. C’è da lavorare e stare zitti. L’errore è stato quello di mettere insieme calciatori che non si sapeva dove potessero arrivare».

Il tecnico non accetta che si parli di una squadra appagata: «Qualche problema ce l’abbiamo, ma non si può dire che questa squadra abbia fatto riscaldamento in campo. Non l’accetto. Mi fido dello staff e della squadra, loro sono i primi tifosi. Pierini deve metterci più cattiveria. Mi arrabbio perché tecnicamente è fortissimo, ma deve essere più passionale».