Carattere e cuore: tre mesi di Bisoli a Cosenza. Per sempre uno del branco
E’ partito all’una di notte da Porretta Terme per raggiungere Cosenza lo scorso 19 febbraio. Sette ore nelle quali Bisoli ha potuto ragionare e calarsi già nella parte. Salvare i rossoblù sarebbe stato un vero e proprio miracolo. La salvezza non era lontanissima nel momento del suo arrivo (a soli 4 punti), ma la squadra non vinceva da quasi quatto mesi, aveva cambiato due allenatori e sembrava essere ormai, anche caratterialmente, senza speranze.
Inizio in salita
La prima gara di Bisoli, a pochi giorni dal suo arrivo in Calabria, è pessima. I rossoblù perdono a Como senza mai dare l’impressione di essere in partita. Il mister emiliano annuncia un cambio di modulo in conferenza stampa. Ma del 3-4-3 non si vede nemmeno l’ombra. Bisoli non perde la calma ed a Crotone presenta una squadra che nel primo tempo domina in lungo ed in largo, ma che nel finale, infarcita di difensori, subisce il ritorno dei padroni di casa che in pieno recupero ottengono il 3-3. Ancora critiche per il tecnico che però tre giorni dopo ottiene la prima vittoria: contro l’Alessandria è 2-1 in rimonta, che permette ai lupi di superare i grigi in classifica.
Periodo nero
Dopo quel successo il Cosenza di Bisoli per 7 partite di fila non vincerà più. Arrivano sconfitte senza appello contro Ternana, Parma e Monza. Ed altre forse immeritate contro Frosinone e Reggina. I rossoblù riescono ad ottenere soltanto due pareggi contro Lecce e Spal. Anche in questo caso sono i finali di gara che condannano Rigione e compagni visto che entrambe le vittorie sfumano nei minuti di recupero. Beffe nelle quali anche gli arbitri sono sfortunati protagonisti: Bisoli in sala stampa, da solo, difende a spada tratta Cosenza. La gente inizia ad identificarsi in lui ma la classifica piange.
La partita della svolta
La Serie C sembra davvero dietro l’angolo. Il Cosenza deve vincere assolutamente il recupero del 14 aprile contro il Benevento per continuare a sperare. Sembra un’impresa disperata visto che i sanniti, al contrario, sono in quel momento una delle squadre più in forma del campionato. Ma proprio nel giorno più difficile, la prestazione dei rossoblù è superlativa. In campo c’è finalmente la squadra che vuole Bisoli: carattere, intensità, voglia di vincere, cuore e “huevos” come dicono in Spagna. Il gol di Camporese a pochi minuti dalla fine regala una vittoria importantissima che rianima il Cosenza e lo riporta in zona play-out.
Il gran finale di Bisoli
Contro una Cremonese in rampa di lancio verso la Serie A, il Cosenza dura solo un tempo. Ma nelle ultime tre il cambio di passo è netto: vittoria contro il Pordenone e pareggio a Pisa. Ma ai lupi serve vincere contro il Cittadella per rimanere aggrappati ai play-out anche perché il Vicenza, vincendo ad Alessandria, condannerebbe alla retrocessione il Cosenza. Per 45 minuti i lupi sono in C, poi ci pensa Zilli, davanti agli 11.500 del “Marulla”, a regalare l’1-0 che vale i play-out.
Passione infinita
Inutile raccontare di nuovo l’esito dei play-out. Quello che è stato in grado però di regalare Bisoli a Cosenza è stato un ritrovato spirito di appartenenza che certamente si era perso negli ultimi due anni. Con il suo carattere, il suo modo di fare, il suo far sentire tutti quanti parte di un unica famiglia. Un orgoglio a tinte rossoblù che solo un passionale come il tecnico emiliano poteva regalare alla gente di Cosenza. Un patrimonio importantissimo dal quale, chi raccoglierà la sua pesante eredità, dovrà ripartire. Dapprima non disperdendo quanto di buono si è fatto, e poi alimentandolo. Come certamente sarebbe stato in grado di fare Bisoli se fosse rimasto in sella. Ma si sa, anche gli addii fanno parte del gioco. La sua passione infinita incontrerà altre squadre, altri lidi, altre tifoserie. Ma a Cosenza, da oggi in poi, Pierpaolo da Porretta Terme, sarà sempre uno del branco. Il suo segno come uomo, prima che da allenatore, rimarrà indelebile nella storia rossoblù.