“Cosenza Identity” come “Frosinone Experience”. Ma manca un elemento fondamentale
Il progetto esposto dal nuovo dg dei Lupi, Salvatore Gualtieri, è stato già realizzato con successo in Ciociaria. Ma nella sua passata esperienza c'era la passione dei tifosi
Cosenza Identity e dintorni, verrebbe da dire. Proprio mentre nella sala stampa del “San Vito – Marulla” stava andando in scena la conferenza stampa di presentazione del nuovo direttore generale del Cosenza, Salvatore Gualtieri, sui social, Alfredo Citrigno, decretava la fine di ogni dialogo con Eugenio Guarascio per una possibile trattativa di cessione societaria dopo l’assemblea pubblica di lunedì.
Un episodio emblematico di quella che è ad oggi la situazione in casa Cosenza. E non parliamo di questioni tecniche dove, con un po’ di fortuna, i rossoblù potranno anche giocarsi sul campo il ritorno in Serie B. Ma questo sembra un discorso che poco interessa al pubblico silano concentrato più sulle dinamiche societarie che su quelle provenienti dal rettangolo verde.
I progetti di Gualtierie il Cosenza identity
Nonostante i propositi e le dichiarazioni, è chiaro infatti che il Presidente Eugenio Guarascio non abbia alcuna intenzione di vendere la società. Ed in questo contesto si inserisce l’ingaggio di Gualtieri. Un professionista qualificato con esperienze vincenti con Crotone, Frosinone e Lega Calcio, arrivato a Cosenza per riproporre a queste latitudini un progetto già lanciato a Frosinone. Cambia il nome ma “Cosenza Identity” è esattamente uguale a “Frosinone Experience” per obiettivi ed intenti.
Ma tra le due realtà, Frosinone nel 2017 e Cosenza nel 2025, c’è una differenza abissale. A Frosinone c’era una società ambiziosa, un ambiente coeso che stava per raggiungere la Serie A ed uno stadio quasi pronto, di proprietà. Qui, checché ne dica lo stesso Gualtieri in sala stampa, quello che voglia realmente fare Guarascio del Cosenza, resta un mistero.
E, ovviamente, non solo a livello tecnico, visto che siamo ad ottobre e la squadra non è ancora stata completata (in attesa di Beretta e di altri svincolati). Ma, soprattutto, per far sì che il progetto “Cosenza identity” prenda il volo, manca un elemento fondamentale: la passione dei tifosi.
Chi pensa che torneranno ad assiepare le tribune del “San Vito – Marulla” dopo una, due, tre o dieci partite vinte, questa volta sbaglia. La ferita è insanabile e finché la situazione societaria non muterà, finché Guarascio resterà al timone, le cose resteranno tali. Come si può allora parlare di brand, valorizzazione, territorio, futuro in mezzo a questa situazione qui? Com’è pensabile che il progetto di Gualtieri si possa realizzare a Cosenza?