Foggia-Cosenza, il doppio ex Vilardi: «Lupi maturi, ma occhio ai rossoneri»
L’ex collaboratore tecnico rossonero, cresciuto nelle giovanili del Cosenza, analizza la sfida dello Zaccheria: «Rossoblù maturi e consapevoli, ma il Foggia nel suo stadio può trasformarsi»
In vista della sfida di domenica tra Foggia e Cosenza, valida per la 16ª giornata del campionato di Serie C, abbiamo ascoltato Argentino Vilardi, classe 1982, belvederese, ex collaboratore tecnico del Foggia. Cresciuto nelle giovanili del Cosenza, in passato nello staff della Primavera rossoblù con mister Antonio Gatto, reduce da un’esperienza positiva l’anno scorso in rossonero con una salvezza conquistata, oggi fa parte dello staff di Luciano Zauri anche se, per motivi familiari, non lo ha seguito quest’anno a Campobasso. Nel suo curriculum anche la parentesi maltese all’Hamrun Spartans, coronata dalla vittoria del campionato e della Supercoppa.
Argentino, domenica sarà Foggia-Cosenza. Che partita ti aspetti?
«Mi aspetto una gara intensa, perché la classifica racconta una storia ma il campo ne racconta un’altra. Il Foggia è ultimo con 11 punti, è vero, ma allo Zaccheria quando è pieno, e non so se domenica sarà così vista la situazione, l’ambiente ti spinge sempre ad andare oltre le difficoltà. E il Cosenza sa che non può permettersi passi falsi. Sarà un match duro, dove i dettagli faranno la differenza».
Il Cosenza sta vivendo un momento molto positivo. Come lo valuti da esterno?
«Lo vedo come una squadra matura, consapevole, con un’identità chiara. Ha qualità, ha ritmo e mantiene sempre un livello di attenzione molto alto. Non conosco personalmente mister Buscè, ma Stefano Lucchini, il vice di Luciano Zauri che ha giocato con lui ad Empoli, me ne ha parlato benissimo sia come tecnico che come persona. È un Cosenza solido, cresciuto nella mentalità e nella gestione delle partite. Con qualche innesto a gennaio e con l’aiuto del pubblico, che spero torni presto al Marulla, potrebbe giocarsi la vittoria del campionato fino alla fine».
Hai vissuto il mondo rossoblù da giocatore, nelle giovanili, e poi da collaboratore tecnico della Primavera. Che rapporto ti lega ai colori?
«Per me il Cosenza è stato il primo amore. Sono cresciuto calcisticamente lì, è il club che mi ha formato. Ho avuto il privilegio di allenarmi ed essere aggregato in Prima Squadra da mister Mutti, anche se non ho mai esordito. Tre stagioni fa poi ho avuto il privilegio di tornare nello staff della Primavera con mister Gatto e per me è stato un cerchio che si chiudeva. Sono ricordi forti, esperienze che porto dentro ovunque vado. E chissà che in futuro non ci sia nuovamente occasione per ritornare».
Il Foggia invece l’hai vissuto da protagonista l’anno scorso, centrando una salvezza complicata. Che ambiente è?
«Foggia è una piazza calda, passionale, che vive il calcio in modo totalizzante. L’anno scorso ci siamo salvati con grande carattere in mezzo a mille avversità e quel gruppo ha dimostrato di avere valori umani importanti. Quest’anno la situazione è più difficile, ma se c’è un ambiente che può compattarsi e reagire è proprio quello rossonero».
Dal punto di vista tecnico, quali insidie può incontrare il Cosenza?
«Il Foggia, quando ha campo, diventa pericoloso. Ha giocatori che se si accendono possono ribaltare il ritmo della gara. E poi lo Zaccheria ti dà sempre una spinta in più, anche se so che in questo momento il tifo più caldo non sta seguendo la squadra. Il Cosenza dovrà essere bravo a tenere la partita sui propri binari, evitando frenesia e controllando le transizioni. Se mantiene lucidità, ha tutte le armi per portare a casa il risultato».
Parliamo di te: quest’anno non hai seguito Zauri a Campobasso. Decisione difficile?
«Molto. Con Luciano c’è un rapporto forte e un grande rispetto reciproco. Ma la vita a volte ti chiede di fermarti e dedicarti alla famiglia. Non è stato semplice rinunciare, però era la scelta giusta. Resto nel suo staff, anche se non sono operativo in questa stagione».
Nel tuo percorso c’è anche l’esperienza all’Hamrun Spartans: scudetto maltese e Supercoppa. Quanto ti ha segnato quella parentesi?
«Moltissimo. Vincere un titolo all’estero ti cambia, ti apre la mente. A Malta abbiamo costruito un gruppo straordinario, eravamo una macchina organizzata e affamata. Quelle vittorie rimangono, ma soprattutto resta la crescita personale e professionale».
Chiudiamo con una domanda secca: domenica chi parte favorito?
«Il Cosenza, per valori e per continuità. Però in questo campionato non puoi dare nulla per scontato. Il Foggia venderà carissima la pelle. Sarà una partita da interpretare con attenzione sin dal primo minuto».