Sezioni
09/10/2025 ore 19.00
Cosenza Calcio

Cimino, cinque anni in maglia rossoblù: «Il Cosenza è casa mia» | VIDEO

Il terzino campano racconta la sua crescita in riva al Crati, l'esperienza in Serie C e l'importanza del gruppo: «Aspettiamo il ritorno dei tifosi al Marulla»

di Antonio Alizzi
Baldovino Cimino, difensore Cosenza calcio

«Stare a Cosenza è un motivo d’orgoglio». Baldovino Cimino non ha dubbi quando parla del suo legame con la città e con la maglia rossoblù. Campano d’origine, ormai da cinque anni è di casa in riva al Crati. Cresciuto nel settore giovanile del Cosenza Calcio, oggi è un punto fermo della prima squadra, schierato da mister Buscè come terzino destro in un 4-3-3 che valorizza le sue caratteristiche.

«Cosenza è una grande piazza – racconta il difensore ai microfoni di Cosenza Channel – dove si fa bel calcio e si sta bene. Ho vissuto tanti momenti in questi cinque anni, sono cresciuto tantissimo. Ero un bambino quando sono arrivato, oggi sono un uomo. Ho imparato tanto da compagni di spessore come Tutino e Forte. E oggi continuo a farlo accanto a Mazzocchi, Dametto, Caporale, Garritano. Tutti mi hanno aiutato».

Cimino si adatta ai moduli, ma ha le idee chiare: «Mi piace di più giocare terzino. Anche se che sia alto o basso cambia poco, alla fine bisogna saper interpretare tutti i ruoli che il mister ti chiede». Il gruppo? «È forte, unito. Ci troviamo bene sia dentro che fuori dal campo. Siamo ragazzi umili, lavoriamo sodo e cerchiamo di mantenere questo spirito. Abbiamo tanta qualità davanti, da Florenzi a Mazzocchi, ma serve anche tanta dedizione. In serie C ogni partita è tosta».

Alla domanda sulle differenze tra serie B e serie C, Cimino risponde senza esitazioni: «La C è un campionato duro. C’è più cattiveria agonistica, più intensità. In B forse c’era più qualità, ma in C devi entrare in campo sempre con la giusta determinazione. Ogni trasferta è un esame. Squadre come Siracusa o Audace Cerignola sono toste, hanno giocatori esperti della categoria. Non ti puoi permettere cali».

Il pensiero va anche alla svolta avvenuta dopo un avvio difficile: «Dovevamo dare qualcosa in più. La scintilla è scattata prima della gara col Catania. Da lì è cambiato l’approccio». Non manca una riflessione sulle nuove leve arrivate in estate: «Mi ha impressionato Paolo Dametto, ma anche Chris Langella. Sono due giocatori forti, di categoria».

E su mister Buscè: «È una grande persona. È stato bravo a creare gruppo e a farci lavorare nel modo giusto. Lo sta dimostrando anche in campo».

Poi, inevitabile, il tema più caldo: il vuoto sugli spalti del Marulla. «Speriamo che i tifosi tornino allo stadio. Quando il Marulla è pieno, l’approccio alla partita cambia, soprattutto per chi ci affronta. La nostra è una grande tifoseria. In trasferta ci sono sempre vicini. Vorremmo riaverli presto anche in casa, sono il nostro dodicesimo uomo».

Infine, l’ambizione stagionale, che per il difensore è legata alla concretezza: «Pensiamo partita dopo partita. Dove possiamo arrivare, arriveremo. L’importante è fare bene ogni domenica. Il resto si vedrà».