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10/07/2023 ore 09.30
Cosenza Calcio

Niente di noi andrà perduto: i tifosi scomparsi. Il 15 e 16 luglio c'è il Memorial Emanule Molinaro

Seconda edizione della festa dedicata al tifoso dl Cosenza Calcio scomparso di recente. Si terrà al Parco Morcavallo di Torano, dove è attivo il gruppo ultrà degli Irrequieti
di Domenico Bilotti

Non ho mai creduto che le ricorrenze e i tributi fossero momenti della memoria, fascicoletti da girarsi fra i pollici una volta all’anno. Ho sempre pensato all’opposto che fossero attimi di vita in movimento, post it che scrivi di fretta sulle cose importanti: quelle che ti appartengono, quelle che ti danno da pensare.

Il tempo vola e il 15 e il 16 luglio c’è la seconda edizione della festa dedicata a Emanuele Molinaro e in suo nome e da questa linea agli ultras scomparsi. Al Parco Simone Morcavallo, a Torano, ché Emanuele fa parte del gruppo di lì, gli Irrequieti.

L’anno scorso fu una organizzazione incredibile, una accoglienza a trecentosessanta gradi. Al telefono con Silvio, arrivando in loco, ci siamo detti papale papale che non ci saremmo potuti perdere nemmeno noi, perché ragazze e ragazzi del posto (ma non solo) avevano disseminato di indicazioni fatte a mano ogni bivio dall’uscita allo spiazzo. Altro che GPS, altro che alla rotonda prendere la seconda uscita, altro che tra quattrocento metri girare a sinistra. E pasti e mangiate e chiacchiere. Ditemi voi se questa è memoria occasionale e ferma o piuttosto vita in cammino e a tavola.

Il tifo sportivo fuori dal technicolor impallato dei corsi principali e dei centri commerciali è ancora gioia e rivoluzione. Vivi per il momento della partita e al tempo stesso il rettangolo di gioco è solo la fondamentale punta dell’iceberg: il puntino che emerge dal fondo. È il sottobosco che è colmo: fratellanza, entusiasmo, movimenti, sociale, euforia, azioni, sentimenti, condivisione, comunità. Tutte cose grandi che però ti restano addosso nelle piccolezze, grazie alle piccolezze.

Ad esempio, Emanuele lo ricordo in frammenti più che per continuità specifica, ulteriore segno di quel passamano generazionale che è la linfa di ogni famiglia simbolica, e prima di tutte quella che si costruisce dai gradoni. Del vivere, in pancacce e cemento. Grandissima educazione e spontaneità, un sorrisone freschissimo, quasi fragoroso, da sentire col sonoro anche nel silenzio.

L’emozione dodici mesi fa all’incirca fu pure quella di conoscere la benemerita famiglia, che si era sbattuta con lacrime di gioia negli occhi per creare quello splendido evento gioiello tra centinaia di amici. I suoi professori di scuola e non solo. I suoi compagni di classe e non solo. Persino una studentessa di un mio corso, peraltro molto brava, sorpresa e forse commossa al ritrovarsi là e per quella ragione.

Emanuele Molinaro e gli ultras scomparsi. Gli eccezionali ragazzi qualunque. Quella pletora di tanti ciascuno irripetibili e uniti. La città, la provincia, i gemellati: gente dai 15 ai 50 che a volte aveva fatto più ore di macchina (e nove posti!!!) che ore di permanenza in Calabria.

I chilometri, si… Mi sono sdraiato sul borsone e aspetto un treno. Leggiucchio a passatempo uno splendido racconto teatrale di Giovanni Testori. Mi ha sempre dato le vertigini quel libro, come un goal di Meroni al novantacinquesimo, come una comitiva di venticinque anni fa o tra venticinque giorni alla sua prima trasferta. Ho salvato la locandina del memorial in galleria. Emanuele Molinaro e gli ultras scomparsi. Giovanni Testori: “niente di noi andrà perduto”. E così sia.