Soviero: «Che campionato Perina, Lupi sempre nel cuore. A Salerno...»
Un solo anno per rimanere nella storia. Ne sono passati 21 ma di quel campionato vinto di Serie C1, resta un ricordo indelebile ancora oggi. E lui, certamente, uno dei simboli più carismatici. Salvatore Soviero, ex portiere del Cosenza, oggi è quasi completamente al di fuori del calcio.
Le partite continua a guardarle, certo, ma solo da appossionato. Dopo aver allenato per qualche anno la storica Palmese di Palma Campana, la sua città, adesso l’ attività principale dell’ex portiere, è diventata l’allevamento di cavalli orientali.
Soviero, a 45 anni, quanto le manca il calcio giocato?
«Nulla. Zero. Nemmeno un pò. Il calcio mi ha dato tanto ed io ho dato davvero tutto finchè ho giocato. E’ un capitolo chiuso della mia vita».
Per questo non ha deciso di continuare in questo mondo? Magari come preparatore dei portieri.
«Sinceramente non mi ci sarei visto, con il carattere che ho, a dover essere sottoposto ad altre persone. Ho abbastanza poca pazienza. E quella che c’è è tutta dedicata ai miei figli. Ne ho ben 5 che mi impegnano un bel pò».
Certamente però restano i ricordi. A Cosenza, ad esempio, un solo anno ma che è rimasto nella storia.
«Cosenza mi è entrata dentro fin da subito. Ed è bastato solo un anno per rimanermi per sempre nel cuore. Eravamo un grande gruppo. Ed anche con la piazza si è creato immediatamente un feeling particolare».
Ecco, lei ha girato tanto ma il denominatore comune che l’ha contraddistinta è sempre stato l’affetto delle varie tifoserie nei suoi confronti. Come se lo spiega Soviero?
«Io non ero uno che aveva bisogno di baciare le maglie. Però per me quando rappresentavo una città, quei colori diventavano una seconda pelle. Adesso non so se mi ritroverei in questo calcio. Io sono sempre stata una persona vera e senza peli sulla lingua. Diciamo che forse questo è stato l’aspetto più apprezzato dai tifosi».
Tra l’altro, soprattutto in Calabria, tanti bei ricordi oltre Cosenza.
«Proprio così. A Reggio Calabria ho disputato il mio unico campionato di Serie A e ci siamo salvato in maniera brillante. Mentre a Crotone ho vissuto due annate anch’esse bellissima in Serie B. Subito dopo quell’esperienza, ho avuto la possibilità di andare anche a Catanzaro. Non me la sono sentita. Tutte e tre le squadre calabresi per le quali avevo giocato erano troppo rivali con i giallorossi. Ho rifiutato».
Domani il Cosenza chiude il campionato a Salerno. Lei è stato protagonista anche con la maglia della Salernitana per due anni. Pronostico e differenze tra le due piazze?
«Io credo che le motivazioni potrebbero fare la differenza. E quindi vedo la Salernitana favorita. Ciò non toglierebbe però nulla all’ottimo campionato fatto dal Cosenza. Al contrario, i granata hanno deluso fortemente viste che le aspettative ad inizio stagione erano di fare un campionato d’alta classifica. Salvarsi per loro è un obbligo. Per quel che riguarda i miei anni da calciatore è normale che quando si vince, come è successo a Cosenza, si ricorda tutto con estrema soddisfazione. Salerno invece è un ambiente particolare. Dove se non vinci la pressione è tanta».
Chiudiamo con i portieri. Micai contro Perina. Soviero che ne pensa dei due e chi ha fatto meglio?
«Mi aspettavo molto di più da Micai, ma come detto, giocare in una piazza come Salerno non è facile. E’ stato centrifugato dalla pressione. Al contrario Perina ha fatto un campionato super ed è stato uno degli artefici della salvezza del Cosenza. Tra i due non c’è dubbio che la bilancia penda verso il portiere rossoblù». (Alessandro Storino)