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29/11/2020 ore 13.00
Coronavirus

Carlo Guccione: «Che fine hanno fatto le indennità Covid?»

Il consigliere regionale, Carlo Guccione si interroga sulle indennità Covid che il Governo aveva stanziato per gli operatori sanitari. Ecco il suo intervento.
di Redazione Cosenza Channel

Sono migliaia i lavoratori del comparto del servizio sanitario della Regione Calabria che aspettano l’erogazione delle indennità Covid. Nonostante l’accordo tra Regione e sindacati – Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl – sia stato sottoscritto il 6 luglio, ancora nulla è stato fatto. 

Eppure, il governo nazionale con il DL 18/2020 ha disposto per l’anno in corso un incremento delle risorse destinate ai fondi contrattuali per le condizioni di lavoro della dirigenza medica e sanitaria dell’area della sanità e ai fondi contrattuali per le condizioni di lavoro e incarichi del personale del comparto sanità. Inoltre, con il DL 34/2020 ha disposto che queste risorse destinate a indennità Covid possano essere incrementate anche con fondi regionali. 

L’accordo prevedeva 18 milioni di euro da destinare a tutti gli operatori della sanità calabrese per l’attività svolta durante l’emergenza Covid, senza distinzione di profilo professionale, qualifica o tipologia del rapporto di lavoro. Risorse distinte in base all’indice di rischio: euro 1.830,24 rischio alto, euro 883,57 rischio medio, euro 252,45 rischio basso. Ancora oggi la Regione non ha provveduto a far arrivare queste risorse a coloro i quali, in questi mesi e ancora oggi, sono impegnati in prima linea e continuano a lavorare senza sosta con grande sacrificio, impegno e dedizione. 

La Giunta regionale non può, in questa fase difficilissima in cui la Calabria è investita da una curva epidemiologica che mette a rischio non solo la tenuta del sistema sanitario calabrese ma anche la sua economia, limitarsi a fare solo annunci avendo le risorse disponibili e che non riesce a spendere sia per la sanità, sia per il sostegno all’economia calabrese. 

La grave e reale situazione che ci troviamo di fronte potrebbe in qualche modo essere mitigata utilizzando già le risorse disponibili e non ancora utilizzate: in campo sanitario la Regione ha accumulato oltre due miliardi di euro per l’edilizia sanitaria, l’acquisto di tecnologie e il potenziamento della rete territoriale sanitaria. Dunque, ci si occupi di queste cose invece di portare in Consiglio regionale, ormai congedato e che rimane in carica, come ricorda anche la Corte Costituzionale, esclusivamente per questioni indifferibili e urgenti, provvedimenti atti a carpire solo la benevolenza degli elettori. (*consigliere regionale PD)