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19/11/2020 ore 11.17
Coronavirus

Ospedali e Rsa, ecco chi riceverà per primo il vaccino anti-coronavirus

Il commissario straordinario per l'emergenza coronavirus, Domenico Arcuri anticipa il piano di somministrazione del vaccino anti-Covid-19.
di Domenico Ritorto

Il vaccino anti-coronavirus potrebbe essere somministrato in Italia entro la fine del mese di gennaio 2021. Lo scrive il commissario straordinario Domenico Arcuri, presentando il piano per l’Italia. «Il vaccino Pfizer, il cui iter di validazione sembra essere, ad oggi, il più avanzato, permetterebbe all’Italia di disporre già dal fine gennaio 2021 di circa 3,4 milioni di dosi da somministrare a 1,7 milioni di persone. E’ necessario, pertanto, scegliere il target di cittadini a cui somministrare le prime dosi disponibili». 

Chi riceverà le prime dosi di vaccino anti-Covid?

Secondo Domenico Arcuri «appare prioritario salvaguardare quei luoghi che nel corso della pandemia hanno rappresentato il principale canale di contagio e diffusione del virus, come gli ospedali e i presidi residenziali per anziani». Le Regioni, in tal senso, dovranno comunicare entro il 23 novembre prossimo «per ogni provincia, il numero e la denominazione dei presidi ospedalieri all’interno dei quali si ritiene utile che il vaccino venga consegnato e somministrato; tale presidio ospedaliero dovrà essere in condizione di vaccinare almeno 2.000 persone o più persone ma con multipli di 1000 in 15 giorni».

«Per ogni presidio ospedaliero così individuato il numero di personale operante al suo interno, a qualunque titolo; il numero di personale sanitario e sociosanitario operante nel territorio, che potrà raggiungere il presidio ospedaliero in non più di 30-60 minuti; la disponibilità al loro interno di congelatori” con caratteristiche tali da consentire la conservazione del siero ed il “relativo volume di spazio disponibile”».

Le prime quantità che arriveranno in Italia

«Le caratteristiche di consegna di questo primo vaccino prevedono, per garantire la sua integrità, che questo sia consegnato esclusivamente dal fornitore direttamente ad ogni punto di somministrazione (in apposite borse di conservazione contenenti, al massimo, 5 scatole da 975 dosi ciascuna). Le caratteristiche di conservazione – scrive Arcuri – inoltre, di queste prime dosi di vaccino, prevedono che lo stesso possa essere mantenuto per: 15 giorni dalla consegna nelle borse di conservazione del fornitore; 6 mesi, qualora si disponga di celle frigorifere a temperatura -75°C+-15°C».

In tal senso, la città di Casale Monferrato si è candidata a conservare il vaccino anti-coronavirus, essendo la “Capitale del freddo” italiana. «Le caratteristiche di somministrazione prevedono che il vaccino vada utilizzato al massimo entro 6 ore dall’estrazione dalle borse o dalla cella di conservazione. Si consideri inoltre che ogni fiala di vaccino contiene 5 dosi».