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29/07/2025 ore 13.30
Cronaca

Agricoltori e imprenditori rassegnati agli incendi: «In Calabria è come una tassa da pagare»

Il duro sfogo di Dino Briglio, titolare dell’azienda “L’Acino Vini” che sabato scorso è stata interessata dai roghi sulle colline di Castrovillari: «Manca prevenzione, gli interventi sono tardivi e i terreni abbandonati invitano a nozze quei criminali che chiamiamo piromani» 

di Antonio Clausi

Cento quintali andati persi. Un danno economico non quantificabile, ma che parte dalla base di circa 10mila euro di uva ormai inutilizzabile. Sono gli effetti delle fiamme divampate nell’area di Castrovillari venerdì pomeriggio che, nelle ore notturne successive al rogo, hanno raggiunto l’azienda L’Acino Vini.

Il titolare, Dino Briglio, ha pubblicato una storia su Instagram per esprimere tutto il suo sconforto dinanzi ad una situazione divenuta insostenibile. «Non ho neppure sporto denuncia – spiega al nostro network -. A cosa servirebbe? I carabinieri erano lì sul posto e sono consapevoli di quanto accaduto. Ormai in Calabria siamo assuefatti alle continue aggressioni di questi piromani. E’ quasi come se un imprenditore o un agricoltore debba mettere in conto che in estate divamperanno degli incendi per colpa di veri e propri criminali».

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Non ha dubbi, infatti, sulla natura del rogo: doloso, «perché quelli casuali sono uno su un milione, non scherziamo». La sua azienda sorge a Contrada Campolesce, una delle colline che venerdì scorso è stata messa in ginocchio dalle lingue di fuoco. «Il rogo principale si è reso visibile intorno alle 14 e già i primi interventi sono risultati a mio avviso tardivi. Non sto addossando responsabilità a nessuno - precisa - ma i fatti sono questi e purtroppo le fiamme hanno agito indisturbate per larghi tratti».

Secondo Dino Briglio le aree abbandonate rappresentano terreno fertile per i malintenzionati. «Certo – prosegue - perché esistono zone estese esposte all’incuria del tempo. I proprietari, ormai irrintracciabili, in alcuni casi sono partiti per il Canada 50-60 anni fa. Ogni volta che l’erba ricresce i piromani vanno a nozze. In estate ci sono i titoli dei giornali, cresce l’indignazione, ma a novembre tutti si saranno già dimenticati dei danni lasciati sulle nostre spalle. I miei colleghi dell’Aspromonte, dopo l’inferno di luglio-agosto 2021, ancora attendono gli indennizzi».

L’azienda L’Acino Vini è stata raggiunta dalle fiamme la mattina di sabato poco dopo l’alba. «Venerdì notte l’incendio sembrava sotto controllo – spiega ancora Briglio – alle sei invece un focolaio ha raggiunto i miei filari. Due ore dopo è stato domato da alcuni dipendenti, ma il dado era ormai tratto. Noi non vendiamo uva, ma con quella produciamo vino. Non so, onestamente, a quanto ammonti la perdita complessiva. Sono davvero stanco, anche perché non si fa alcuna opera di prevenzione. Già tre anni fa avevamo vissuto situazioni simili, ne serviranno altrettanti per sperare che le piante tornino a produrre a pieno regime. Siamo punto e a capo».