Blitz contro la 'ndrangheta a Cosenza, è servito un mese per preparare la maxi retata
Una maxi retata non si organizza in un giorno. È quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip distrettuale di Catanzaro, Alfredo Ferraro, il quale aveva consegnato nella sua cancelleria il provvedimento restrittivo il 2 agosto 2022. Ovvero quasi un mese prima del giorno del blitz. Ossia oggi. Questo perché le operazioni di polizia giudiziaria con un numero elevato di indagati comporta una serie di accertamenti preliminari che in apparenza possono sembrare secondari. Ma così non è.
Al di là delle posizioni già cautelate, sulle quali esiste già un fascicolo aperto, il lavoro più lungo è quello di individuare innanzitutto le abitazioni degli indagati, capire le loro abitudini, il che significa che prima di essere arrestati vengono in qualche modo osservati, o per meglio pedinati, avendo certezza che il domicilio sia quello e non un altro.
Poi c’è la parte relativa all’organizzazione vera e propria dell’operazione, con la suddivisione dei territori ai gruppi investigativi – dai carabinieri alla finanza – e come spesso accade viene predisposto l’utilizzo di un elicottero che monitori dall’alto ciò che succede nell’area interessata. Cosa che è successa anche nel corso della notte del 1 settembre 2022, quando l’aeromobile militare sorvolava fin dalle quattro del mattino tra Cosenza e Rende, svegliando migliaia di cittadini. Insomma, per un blitz di queste proporzioni serve un mese di lavoro, sperando che alla fine nessuno sia irreperibile.