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27/11/2024 ore 21.33
Cronaca

Cacciatore calabrese ottiene il porto d’armi: il Consiglio di Stato conferma la legittimità

Di particolare interesse la Sentenza per gli effetti e per il principio affermato, applicabile a tutti i procedimenti di porto d’armi
di Redazione

Il Consiglio di Stato, Sez. III, con Sentenza n. 9515/2024 del 27.11.2024 (Pres. Raffaele Greco; Est. Ezio Fedullo), in accoglimento delle tesi difensive degli avvocati Achille ed Enrico Morcavallo, nell’interesse di un  cacciatore calabrese ha definitivamente annullato il diniego di porto d’armi, così confermando, in tal senso, la decisione del TAR Calabria.

La ricostruzione dei fatti

A seguito di controlli delle forze di polizia, il cacciatore veniva trovato in compagni di soggetto con a carico segnalazioni per furto aggravato. Lo stesso cacciatore convive con soggetto condannato per detenzione di armi e minacce nel 1980. Per tali motivi l’amministrazione emetteva diniego di porto d’armi. Avverso detto provvedimento l’interessato proponeva ricorso al TAR Calabria, tramite l’Avv. Morcavallo.

Il TAR accoglieva il ricorso, evidenziando il difetto di motivazione e di istruttoria riguardo al provvedimento di diniego. Nelle more l’interessato otteneva regolare porto d’armi. L’amministrazione centrale proponeva appello al Consiglio di Stato. Si costituiva l’interessato, tramite l’avvocato Morcavallo.

Con Sentenza del 28.11.2024, il Consiglio di Stato definitivamente respingeva l’appello, confermando la validità della Sentenza di primo grado ed il vizio di difetto di motivazione ed istruttoria, non ritenendo bastevoli a giustificare il  provvedimento negativo gli episodi contestati, in quanto il giudizio di affidabilità del soggetto per il rilascio dell’autorizzazione di polizia deve essere personale. Di particolare interesse la Sentenza per gli effetti e per il principio affermato, applicabile a tutti i procedimenti di porto d’armi.