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26/03/2025 ore 17.14
Cronaca

Carchidi pubblica le generalità di uno dei poliziotti, l'allarme del Coisp

Il giornalista ha pubblicato sul suo blog foto e generalità dell'agente che lo ha fermato tre giorni fa, per il sindacato «lo espone come bersaglio»
di Redazione

Gabriele Carchidi ha pubblicato sul suo blog la foto, le generalità e persino l’indirizzo di residenza di uno dei poliziotti che, tre giorni fa, lo hanno fermato in via degli Stadi. Un’iniziativa che non è piaciuta a Domenico Pianese, segretario generale del Coisp: «Siamo di fronte a un fatto gravissimo – spiega il dirigente del sindacato di polizia – un giornalista che si rifiuta di mostrare i documenti durante un controllo di Polizia, un atto dovuto, previsto dalla legge e necessario per garantire sicurezza e ordine pubblico, poi trasforma tutto in una campagna d’odio, contro l’agente che stava semplicemente facendo il proprio dovere. Questo non è giornalismo: è un attacco frontale allo Stato».

Secondo Pianese, «chi fomenta odio contro le forze dell’ordine e volutamente mette a rischio l’incolumità di un agente, esponendolo pubblicamente come bersaglio, di fatto si sta schierando contro le istituzioni. Non c’è alcuna “spedizione punitiva”, come falsamente scritto: c’è solo un controllo di routine e un soggetto che ha deciso di sottrarsi alle regole. La narrazione tossica portata avanti da questo sito non solo è inaccettabile, ma pericolosa perché alimentare la caccia al poliziotto significa delegittimare chi ogni giorno rischia la vita per proteggere i cittadini».

Anche Giuseppe Brugnano, segretario nazionale del sindacato Fsp Polizia di Stato, stigmatizza la diffusione dei dati personali del collega: «E’ allarmante – afferma Brugnano – che si trascuri il fatto che dietro ad una divisa ci siano uomini e donne con le loro famiglie, ora additate al disprezzo pubblico, solo perché l’agente in questione ha applicato la legge nell’adempimento del suo Dovere. Nessun cittadino – indipendentemente dalla sua collocazione sociale o dal suo ruolo professionale, è al di sopra delle regole. Il Sindacato FSP Polizia di Stato si schiera fermamente con i colleghi che hanno seguito le regole, facendo nulla di più che il loro dovere. La nostra solidarietà – conclude Giuseppe Brugnano – va agli agenti coinvolti e alle loro famiglie, che non meritano di essere trattate come bersagli per aver semplicemente adempiuto alla loro missione di garantire la sicurezza e l’ordine pubblico».

Anche Filomena Falsetta, avvocato e Gran priore del Sovrano ordine monastico militare dei cavalieri templari federiciani della Calabria, commenta la vicenda che ha visto protagonista il giornalista e si schiera con le forze dell’ordine: «Mettere in discussione il loro lavoro – afferma – equivale a sovvertire l’impianto giuridico e sociale che regge lo Stato, i suoi principi di democrazia, autorità e autorevolezza, ed
esondare oltre i suoi argini di legalità e difesa sociale. Quello di rispondere alle Forze dell’Ordine, fornendo indicazioni sulla propria identità personale, sul proprio stato, o su altre qualità personali non è soltanto un vero e proprio obbligo giuridico sancito dall’art. 651 del Codice penale, ma è il fondamento dell’ordinamento costituzionale, fonte di convivenza civile. Quanto ai motivi dei controlli, le Forze dell’Ordine non sono affatto tenute ad illustrarli, in quanto insiti per natura nei loro compiti di prevenzione degli illeciti, nelle loro attività di indagine, nella loro opera di tutela di un determinato contesto territoriale, e, in sintesi, nel loro ruolo di baluardi dello Stato».