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14/11/2025 ore 16.01
Cronaca

Cosenza, chiedono soldi ai passanti ma non è “Io leggo perché”. «Vagano da giorni senza insegnanti nelle ore di scuola»

Il caso dei ragazzini, nella settimana dell’iniziativa culturale, sta facendo discutere. La segnalazione di un esercente e il regolamento dell’iniziativa nazionale spiegano cosa sta succedendo

di Alessia Principe

La notizia che abbiamo pubblicato sul gruppo di ragazzini e bambini che da giorni gira per la città chiedendo soldi, ha scatenato un’ondata di polemiche sui social. Diversi utenti hanno bollato il fatto come falso, sostenendo che i minori farebbero parte dell’iniziativa nazionale “Io leggo perché” e che quindi c’era nulla di cui scandalizzarsi.

Qualcuno ha persino commentato: «Li ho visti anche io su corso Mazzini e gli ho dato il contributo», confermando che i ragazzi – tra cui anche bambini – avrebbero chiesto denaro direttamente ai passanti.

Cosa prevede il progetto “Io leggo perché”

In realtà, quanto riportato dalla nostra testata nasce da una segnalazione circostanziata di un commerciante del centro di Cosenza, che dopo aver chiesto ai minori – senza risultato – di poter parlare con un insegnante, ha pensato di segnalare la cosa.  

A ciò si aggiunge un altro dato che riguarda proprio la bella iniziativa “Io leggo perché”: visionando il regolamento dell’iniziativa attualmente in corso in tutta Italia, si legge che la campagna – che mira ad arricchire le biblioteche scolastiche – prevede esclusivamente l’acquisto, nelle librerie aderenti, dei libri da donare alle scuole.

Studenti nelle librerie solo con gli insegnanti

L’iniziativa non prevede, in alcun punto, che gli studenti vadano in giro per negozi o per strada a chiedere soldi. Al contrario, il progetto stabilisce che gli alunni possano essere presenti nelle librerie solo se accompagnati dagli insegnanti, con il compito di invitare le persone che entrano nel punto vendita ad acquistare un libro in più per la biblioteca della scuola. Ogni interazione con gli adulti deve avvenire alla presenza dell’insegnante. E, soprattutto, l’iniziativa non si svolge fuori dalla libreria: né per strada, né nei negozi, né altrove.

Ragazzini in giro nelle ore di scuola

Nel caso segnalato, invece, la situazione era ben diversa. «Non avevano né un badge, né una maglietta, né qualsiasi cosa che facesse pensare a una iniziativa di gruppo o comunque coordinata e sorvegliata dagli insegnanti», racconta il commerciante. La comitiva – eterogenea, composta da trenta o più ragazzi – è entrata più volte nello stesso negozio chiedendo soldi “per acquistare dei libri”.

La segnalazione del commerciante

Il commerciante riferisce di aver chiesto più volte di poter parlare con un insegnante o un responsabile: «C’erano anche bambini piccoli, alcuni senza grembiule. Quando chiedevo di un adulto, diversi si allontanavano in fretta dicendo che non era possibile parlarne». Una situazione che lo ha preoccupato al punto da pensare di allertare le autorità: «Mi sembrava strano vedere minori lasciati da soli a vagare per strada, non dovrebbe funzionare così».

Alla domanda se potesse essersi confuso con l’iniziativa nazionale dedicata alla lettura, il commerciante è categorico: «No, assolutamente. Ho chiesto di parlare con un adulto proprio per capire cosa stesse succedendo, ma non c’era nessuno».