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01/10/2024 ore 22.52
Cronaca

Concorso in omicidio, un nuovo indagato per la morte di Bergamini

La Corte d'assise ha trasmesso gli atti in Procura per valutare la posizione di Roberto Internò, cugino dell'imputata condannata oggi in primo grado
di Marco Cribari

Non finisce qui il caso Bergamini. A prescindere dalla sentenza pronunciata oggi, ancora di primo grado, si prospetta una nuova indagine che punta i riflettori su chi, secondo i giudici, avrebbe materialmente ucciso il calciatore del Cosenza. Si tratta di Roberto Internò, cugino dell’imputata, per il quale, evidentemente, la Corte d’Assise ha ritenuto indiziante una conversazione tra lui e sua moglie, intercettata nel 2017, in cui parlano dei fatti avvenuti ventotto anni prima a Roseto Capo Spulico.

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È un dialogo che, in un primo momento, era finito ai margini dell’inchiesta, negli atti non utilizzati, ma che è tornato d’attualità proprio in extremis. Sul presunto coinvolgimento di Roberto Internò, infatti, aveva puntato con decisione l’avvocato Silvia Galeone, collaboratrice di Fabio Anselmo, nel corso della sua arringa. Quel giorno i coniugi litigano di brutto, condividono un lutto terribile: la morte di un figlio di vent’anni. I loro rapporti personali corrono sul filo del rasoio e, quando l’argomento scivola sugli interrogatori del caso Bergamini, incombenza che i due saranno chiamati ad affrontare, la donna apostrofa duramente il marito.

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Roberto Internò è sempre stato colui il quale, la sera del 18 novembre 1989, accompagna i genitori di Isabella a Roseto Capo Spulico per riportare a casa la figlia dopo la morte di Bergamini. Trentacinque anni dopo, due giudici chiedono alla Procura di valutare se, invece, quell’uomo fosse già lì, al km 401 della Ss 106, a narcotizzare Bergamini, soffocarlo e poi distenderlo sull’asfalto.