Cosenza, il narcotraffico degli italiani: il capo è Patitucci. Ecco i presunti sodali - VIDEO
Che la Dda di Catanzaro stesse indagando sul clan degli italiani era ormai un dato pacifico. Lo è stato ancora di più dopo l’ultima udienza di Reset, dove Celestino Abbruzzese, pentito di ‘ndrangheta, era stato chiamato a rispondere sui fatti di droga. E il collaboratore di giustizia, nello specifico, aveva fatto i nomi di Roberto Porcaro, Mario Piromallo e Salvatore Ariello. Tutti e tre esponenti di vertice della cosca “Lanzino-Patitucci” di Cosenza. D’altronde, sono anni che dalle carte delle inchieste antimafia emergevano queste condotte e oggi, anno 2024, il cerchio è stato chiuso. Almeno dal punto di vista investigativo.
I pubblici ministeri antimafia hanno ricostruito – seguendo le indagini condotte da carabinieri, finanza e polizia – la presunta associazione dedita al narcotraffico. Al vertice ci sarebbe Francesco Patitucci, boss di ‘ndrangheta, attualmente sottoposto al 41 bis, già imputato in “Reset“.
Insieme a Patitucci, figurano altri esponenti di primo piano della cosca degli italiani. Parliamo di Michele Di Puppo, suo “alter ego”, Mario “Renato” Piromallo, Roberto Porcaro, Salvatore Ariello, Antonio Illuminato, Adolfo d’Ambrosio e Gianfranco Sganga. Questi i nomi più importanti presenti nel primo capo d’imputazione.
Il sodalizio, tuttavia, si comporrebbe anche di:
- Filippo Meduri
- Antonio Caputo
- Angelina Presta
- Marco D’Alessandro
- Silvia Guido
- Michele Rende
- Marco Lucanto
- Carlo Bruno
- Francesco Marchiotti
- Andrea Pugliese
- Alberto Turboli
- Danilo Turboli
- Francesco Greco (collaboratore di giustizia)
- Pasquale Germano
- Francesco Bruno Calvelli
- Andrea D’Elia
- Simone Carrieri
- Elmiro Chimenti
- Francesco Costantino De Luca
- Marco Foggetti
- Umberto Franco Conforti
- Paolo Elia
- Fabio Russo
- Alfredo D’Elia
- Candido Perri
- Antonio Francesco Caputo
- Giuseppe Caputo
- Vincenzo Sirufo
- Armando De Vuono
- Pasquale Tramaglino
- Vanessa De Vuono
- Daniela Monaco
- Tatjana Natale
- Antonio Basile
- Massimiliano D’Elia
- Valentino De Francesco
- Giuliano Caruso
- Umberto Cacozza
- Antonella Pescatore
- Augusto Cardamone
- Paolo Recchia (definito il “Pablo Escobar” della Presila)
- Luigi Avoglio
- Simone Ferrise
- Luca Trotta
- Pietro Capalbo
- Ivan Montualdista
- Fabiano Ciranno
- Manuel Esposito
- Nadia Lo Polito
- Massimiliano Lo Polito
- Rosina Pati
- Karim Pati
- Christian Pati
- Salvatore Pati
- Dimitri Bruno
- Fabio Ciarlo
- Francesco Mosciaro
- Gianluca Fantasia
- Giuseppe Gozzi
- Maria De Rose
- Pamela D’Ambrosio
- Alfredo Morelli
- Diego Porco
- Pamela Occhiuto Falvo
- Barbara Marchiotti
- Pierpaolo Guzzo
- Giuseppe Longo
- Luisiana Castiglia
- Carmelo Silano
- Pietro Mazza
- Pietro De Mari
- Giuseppe Bartolomeo
- Giuseppe Provenzano
- Filippo Maria Rende Granata
- Agnese Crocco
- Antonio Parise
- Luciano Lupo
- Richelmo Picarelli
- Alessandro Meduri
- Francesco Meduri
- Pietrangelo Meduri
- Antonio Meduri
- Enzo Bertocco
- Maurizio Della Cananea
- Rolando Liguori
- Salvatore La Cava
- Giuseppe La Cava
- Francesco La Cava
- Cosimo Abbruzzese
- Antonio Bevilacqua
- Leonardo Bevilacqua
- Michele Rudisi
- Andrea Rudisi
- Giuseppe Carolei
- Massimiliano Presta
- Cristian Giordano
- Antonio Segreti.
Secondo l’impostazione accusatoria, formulata dalla Dda di Catanzaro, Michele Di Puppo avrebbe concordato con Patitucci le strategie da attuare scegliendo i canali di rifornimento della droga e acquistando grosse partite di stupefacenti destinate all’illecito mercato cosentino. Stessa cosa dicasi per Mario “Renato” Piromallo, Roberto Porcaro, Salvatore Ariello, Antonio Illuminato, Adolfo D’Ambrosio e Gianfranco Sganga.
Poi ci sarebbero i gruppi autonomi ma tutti facenti capo al sodalizio principale. Tra quelli contestati c’è quello riconducibile ad Antonio Caputo, interessato secondo la Dda di Catanzaro a cocaina, marijuana e hashish. Gli altri avrebbero agito in qualità di partecipi componendo dunque una piramide che controllava tutto nel mercato della droga. definito da tutti come il “Sistema“.