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26/10/2025 ore 13.45
Cronaca

Fatture false a Castrolibero e sequestro da 164mila euro: le indagini della procura di Cosenza

Il gip di Cosenza ha disposto nei giorni scorsi l’interdizione e il sequestro per un imprenditore cosentino accusato di evasione fiscale legata a operazioni inesistenti nella società Cost S.r.l.

di Antonio Alizzi
Guardia di Finanza

I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza nei giorni scorsi hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di Francesco Dodaro, imprenditore residente nell’area urbana cosentina, indagato per una presunta evasione fiscale basata sull’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Nel provvedimento, firmato dal gip del tribunale di Cosenza, Claudia Pingitore su richiesta della procura, si fa riferimento alla misura dell’interdizione per un anno dall’attività d’impresa e da incarichi direttivi. Parallelamente, è stato eseguito un sequestro preventivo di somme di denaro e titoli ritenuti profitto dei reati. Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari, coordinate dalla procura di Cosenza, nella persona del pubblico ministero Giuseppe Cozzolino, ora passato alla Dda di Catanzaro.

L’indagine sulla Cost S.r.l.

La vicenda trae origine da una segnalazione dell’Agenzia delle Entrate seguita a un accertamento fiscale sulle operazioni 2018 della società Cost S.r.l., con sede a Castrolibero, di cui è legale rappresentante la sorella dell’indagato.

Secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza di Castrovillari la Cost S.r.l. avrebbe registrato una fattura (nel 2018) da 432.000 euro più 95.040 euro di IVA formalmente emessa dalla Doma S.r.l. ma in realtà predisposta da Francesco Dodaro e per un’operazione inesistente.

Il GIP sottolinea che la fattura sarebbe riferita: ad operazioni del tutto inesistenti sotto il profilo oggettivo, sia per le lavorazioni che per il corrispettivo. L’utilizzo contabile della fattura avrebbe permesso ai fini Iva di creare un credito fittizio per 95.040 euro (poi riportato in compensazione negli anni successivi). Ai fini IRES deduzioni per 288.056 euro tramite quote di ammortamento negli anni 2019, 2021, 2022 e 2023, con risparmio fiscale di 69.133 euro. Il profitto totale contestato ammonta quindi a 164.173 euro.

Tentativi di depistaggio e falsa documentazione

Nelle carte dell’inchiesta si afferma che, una volta individuate le irregolarità: «Dodaro tentava di persuadere il legale rappresentante della Doma S.r.l. a rendere dichiarazioni non veritiere alla Guardia di Finanza per tutelare la posizione della sorella», cosa non avvenuta. Inoltre, i due indagati (fratello e sorella) si sarebbero poi «adoperati nella predisposizione di ulteriore documentazione falsa per supportare la tesi della effettività dell’operazione». Tra questa, viene citata una scrittura privata ritenuta non genuina. Le indagini hanno inoltre smentito alcuni testi sentiti dagli investigatori. Secondo il gip, le dichiarazioni rese sarebbero risultate false poiché del tutto sconfessate dal complesso degli elementi raccolti.

Sul piano cautelare, per Dodaro il Gip ritiene sussistente «un concreto ed attuale pericolo di ricaduta nel reato, nonché un concreto ed attuale pericolo per l’acquisizione o la genuinità della prova». Il sequestro preventivo è stato giudicato necessario poiché le somme «sono facilmente distraibili e disperdibili» e «possono essere poste in essere condotte fraudolente finalizzate a sottrarle alla futura confisca». Il provvedimento coinvolge anche la Cost S.r.l., in quanto, secondo il gip, la società non avrebbe attivato sistemi di controllo idonei a prevenire i reati fiscali.

Nel procedimento penale sono indagate altre quattro persone, nessuna raggiunta da misura cautelare, e la società Cost S. r. l.