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08/10/2023 ore 16.00
Cronaca

Cosenza, la cocaina che scorre a fiumi e i "Falchi" come a Napoli

Negli atti di "Reset" sono confluite tante inchieste antidroga ancora coperte da segreto, nelle intercettazioni il terrore dei pusher per i poliziotti
di Marco Cribari

Che lo spaccio di droga sia una delle attività principali dei clan di Cosenza è circostanza ormai nota. Quanto principale, però, ancora in pochi riescono a immaginarlo. “Cosenza è una città che galleggia sulla droga” ammoniva alcuni fa Mario Spagnuolo. All’epoca sembrò solo un’iperbole, ma un giorno non troppo lontano sarà chiaro che il procuratore non esagerava affatto.

Non a caso, dalle migliaia di documenti allegati all’inchiesta “Reset” affiorano gli atti di almeno una decina di indagini antidroga ancora coperte da segreto istruttorio, tutte curate dalla Procura di Cosenza e poi confluite nel maxiprocedimento della Dda. Si tratta di investigazioni partite nel 2017 e che hanno coinvolto numerosi pm dell’ufficio cosentino – Cozzolino, D’Andrea, Battini, Visconti – alcuni dei quali ancora oggi applicati alle indagini. Ognuno di loro, supportato di volta da carabinieri, finanza e polizia, ha fotografato la deriva di diversi quartieri della città, trasformati in vere e proprie piazze di spaccio, nonché quella di tantissimi centri dell’hinterland in cui cocaina, eroina e altri stupefacenti scorrono ormai a fiumi.

A differenza del passato, le tecniche d’indagine più moderne hanno consentito di individuare, di volta in volta, il collegamento fra gli spacciatori del posto e la criminalità organizzata che li rifornisce e tutto questo ha comportato il trasferimento degli atti a Catanzaro. Si tratta di inchieste che non hanno ancora sortito effetti giudiziari, ma che danno la misura di come, in questi anni, la Procura di Cosenza abbia funzionato quasi da Procura antimafia “aggiunta”.

Tutto ciò è stato possibile anche grazie al superlavoro delle forze dell’ordine, trovatesi a operare contemporaneamente su più fronti sia in termini di lavoro d’intelligence che di presidio del territorio. Il manifesto di questo connubio, il documento simbolo dell’offensiva contro la criminalità, è rappresentato da un’intercettazione raccolta nel 2018 proprio nell’ambito di una di tali inchieste. Due spacciatori, anche mercanti di armi, a colloquio fra loro, si lamentano dei ripetuti controlli eseguiti dalla questura. Sono talmente suggestionati da vedere auto “civette” dappertutto. E nei giorni precedenti, uno di loro ha sperimentato sulla sua pelle anche una novità per lui poco gradevole: i poliziotti si sono presentati da lui all’improvviso in sella a due enduro. “Come i falchi di Napoli, hai capito?”.