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30/05/2020 ore 21.43
Cronaca

Cosenza, maxi sequestro di beni all'imprenditore Domenico Barile

Il tribunale delle Misure di Prevenzione di Catanzaro sequestra oltre 5milioni di euro riconducibili all'imprenditore Domenico Mimmo Barile.
di Antonio Alizzi

La giustizia presenta il conto all’imprenditore Domenico “Mimmo” Barile. L’ex politico di centrodestra, già condannato per svariati reati, subisce anche un maxi sequestro di beni, come richiesto e ottenuto dalla procura di Cosenza, coordinata dal procuratore capo Mario Spagnuolo. Il provvedimento è stato emesso lo scorso 28 maggio dal tribunale delle Misure di Prevenzione di Catanzaro, seconda sezione penale (presidente Giuseppe Valea, giudice relatore Valeria Isabella Valenzi e giudice Giuseppe De Salvatore).

Il decreto di sequestro si riferisce ai beni immobili e alle quote societarie riconducibili all’imprenditore Mimmo Barile, oggi privato di oltre 5 milioni di euro. Il tribunale di Catanzaro, tuttavia, non si è ancora espresso su un’altra richiesta avanzata dalla procura di Cosenza e relativa all’applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno

Gli elementi presentati dalla procura di Cosenza

«Tra gli elementi posti a fondamento della proposta avanzata dalla procura di Cosenza» scrive il collegio giudicante «vi sono altresì le vicende che hanno interessato il fallimento della Nord Hotel Srl, società che, già prima dell’anno 2000, aveva un’esposizione debitoria di diversi milioni di euro e che ciò nonostante è stata “svuotata” del patrimonio attraverso sistematici atti di distrazione (quasi quotidiani) in favore dei soci e di società riconducibili gli stessi soci della Nord Hotel (somme che ammontano complessivamente a oltre 4 milioni di euro)».

L’attività di Barile, secondo il tribunale delle misure di prevenzione, è «connotata dalla commissione abituale di delitti economico idonei ad assicurargli uno stabile risparmio di spesa da cui è scaturita, quindi, un’effettiva derivazione di profitti illeciti». Azione delittuose iniziate «a far data dal 2005 (stando alle segnalazioni SDI, carichi pendenti e precedenti giudiziari)». Il periodo preso in considerazione dal tribunale parte dal 2007 e finisce al 2014 «anno in cui si registrano le ultime manifestazioni di attività delittuose».

Ecco perché arriva il maxi sequestro

Sulla scorta degli elementi proposti dalla procura di Cosenza al fine di ottenere un provvedimento favorevole, ci sono tutti gli intrecci societari con terzi intestatari che confermano «una evidente sproporzione tra le disponibili e i redditi denunciati dal nucleo familiare» di Barile «rispetto ai beni acquistati dal 2007 in avanti, idonei a lasciar desumere in modo fondato che alcuni dei beni dei quali si chiede la confisca costituiscano il reimpiego dei proventi di attività illecite, non ravvisandosi allo stato degli atti elementi idonei a dimostrare una eventuale provenienza del denaro utilizzato per l’acquisto di tali beni».

I beni e le quote societarie sottoposte a sequestro 

Secondo il tribunale di Catanzaro, che ha emesso il decreto di sequestro, Mimmo Barile è intestatario o, comunque, ha nella sua disponibilità diretta o indiretta i beni di seguito elencati:

Infine, il tribunale di Catanzaro ha individuato l’amministratore giudiziario di tutti i beni nella persona della dottoressa Antonella Straface. Ad eseguire il decreto di sequestro è stata la Guardia di Finanza di Cosenza. Domenico “Mimmo” Barile è difeso dall’avvocato Roberto Le Pera.