Cosenza, prima «sputi e insulti omofobi», poi giù botte a un ragazzo nel cuore della movida
Il fatto sarebbe avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 dicembre nel cuore della movida bruzia. Agli insulti, il branco ha fatto seguire la violenza fisica. La vittima è riuscita a fuggire e a farsi medicare in Pronto Soccorso
A chiarire se si sia trattato di un’aggressione a sfondo omofobo, saranno le autorità competenti a cui dei ragazzi si sono rivolti. Cosa sia successo, tuttavia, lo hanno raccontato con una lettera inviata al portale Cosenza 2.0 in cui emergerebbe un quadro allarmante, qualora le accuse pesanti fossero confermate, tanto per le parole proferite quanto per i gesti commessi nei confronti di un ragazzo di 31 anni.
«La notte tra il 25 e il 26 dicembre, intorno alle 2, il mio amico ha iniziato a subire delle molestie verbali a sfondo discriminatorio e omofobo, nei pressi di Santa Teresa - spiega l’autore della missiva -. Molestie verbali che sono sfociate in violenza fisica quando questo ha risposto verbalmente alle provocazioni. Uno degli aggressori gli ha sputato addosso, per poi caricarlo e accerchiarlo insieme ad altri sette-otto ragazzi, tutti maschi, tra i 18 e i 23 anni».
Situazione di una gravità estrema, se la cronistoria trovasse le necessarie conferme dalle telecamere a circuito chiuso. «Durante la rissa – ha aggiunto l’amico della vittima – sono stati allertati i clienti del locale più vicino, usciti dallo stesso per intervenire. Il mio amico così è riuscito a scappare, aiutato da un altro ragazzo che ha chiamato i carabinieri e che lo ha portato in pronto soccorso. L’accesso è avvenuto intorno alle 3 del mattino. Lì è stato medicato, ma nel referto sono state evidenziate una serie di lesioni».
Nel definire «deplorevole» l’accaduto ha spiegato che ha sporto denuncia alle forze dell’ordine. «Vorrei però avvertire la popolazione con la speranza che qualcuno abbia assistito e magari possa fornire dei dettagli utili per individuare questa gentaglia. Ma soprattutto per far rendere conto a tutti cosa è diventata la nostra Cosenza» ha concluso il suo appello a quanti, anche inconsciamente, abbiano assistito ad un pestaggio a sfondo omofobo.