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04/12/2025 ore 06.30
Cronaca

Falsi esami all’Unical, in Appello il maxi-processo verso la sentenza

Si avvia alla conclusione il giudizio d’appello sul caso giudiziario che travolse l’Università della Calabria: verdetto atteso a gennaio 2026

di Antonio Alizzi
L'Università della Calabria

Volge alla conclusione il processo di secondo grado sui presunti falsi esami all’Università della Calabria, uno dei procedimenti più estesi e complessi mai celebrati nel distretto giudiziario calabrese. In Corte d’Appello, a Catanzaro, sono quasi terminate le discussioni delle difese, preludio alla sentenza attesa per gennaio 2026. Il caso esplose nel 2011, provocando un forte clamore in tutta la regione. Il giudizio di primo grado si era protratto per quasi cinque anni, fino alla sentenza del 2020. Ora, a oltre un quinquennio di distanza, il collegio giudicante si prepara a emettere il verdetto d’appello.

Le accuse

Secondo la ricostruzione della Procura di Cosenza, rappresentata dal pm Antonio Bruno Tridico, gli imputati risponderebbero a vario titolo di falsità materiale, falsità ideologica e introduzione abusiva nel sistema informatico dell’Ateneo.

L’indagine prese avvio dalla denuncia del preside della facoltà di Lettere, Raffaele Perrelli, che durante una seduta di laurea notò una firma a suo avviso apocrifa su uno statino inserito nel fascicolo di un candidato. Da quel rilievo si passò all’analisi di migliaia di documenti: vennero riscontrate firme di docenti già in pensione e anomalie nei percorsi universitari di alcuni studenti, tra cui casi di presunte “maratone” d’esami, fino a sette prove sostenute nello stesso giorno. L’ipotesi accusatoria portò a sostenere che 72 lauree in Lettere e Filosofia dovessero essere annullate perché ottenute tramite esami mai realmente sostenuti.

Falsi esami all’Unical, il periodo contestato

Il periodo preso in esame dagli investigatori va dal 2004 al 2011. In quelle fasi furono sequestrati numerosi fascicoli universitari e disposta un’ampia attività peritale, con consulenze grafologiche che, secondo l’accusa, avrebbero confermato un sistema di manomissione degli statini.

Al centro della ricostruzione della Procura vi erano tre dipendenti della segreteria studenti e una tutor, ritenuti responsabili dell’inserimento nel sistema informatico di esami in realtà mai svolti, così da agevolare il percorso accademico degli studenti coinvolti.

Durante il dibattimento, tuttavia, il quadro accusatorio ha subito un ridimensionamento: alcuni statini ritenuti “inesistenti” o “falsi” dalla Procura sono stati successivamente rintracciati e prodotti in giudizio. La sentenza del Tribunale ha così registrato 20 condanne, 34 assoluzioni e due dichiarazioni di estinzione per prescrizione.

Nel giudizio d’appello pende ora il rischio concreto dell’intervenuta prescrizione per diversi capi di imputazione, dato il lungo arco temporale trascorso. La sentenza è prevista entro gennaio 2026.