Filippo Piccione ucciso nel 1993 dalla 'ndrangheta, ergastolo per Salvatore Lo Bianco
di Giuseppe Baglivo
È solida l’accusa dinanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro, presieduta dal giudice Alessandro Bravin, per l’omicidio dell’imprenditore e geologo Filippo Piccione, ammazzato per mano della ‘ndrangheta in via Dante Alighieri a Vibo Valentia la domenica di carnevale del 21 febbraio 1993, intorno alle ore 21:15. Ergastolo per Salvatore Lo Bianco, 52 anni, detto “U Gniccu”, 28 anni di reclusione per Rosario Lo Bianco, 54 anni, detto “Sarino Pompa” (genero del defunto boss Carmelo Lo Bianco, detto “Sicarro”).
Le richieste di condanna
Per entrambi gli imputati, di Vibo Valentia, il pm della Dda di Catanzaro, Veronica Calcagno, aveva chiesto la condanna alla pena dell’ergastolo. Le parti civili – assistite dagli avvocati Francesco Gambardella e Danilo Iannello (che si erano associati alle richieste del pm) –erano rappresentate dai familiari della vittima: Concetta Maria Valente (moglie di Filippo Piccione), Francesca Piccione, Gianluca Piccione, Rocco Piccione, Domenico Piccione, Elisabetta Piccione (figli della vittima).
Salvatore Lo Bianco è stato difeso dagli avvocati Giuseppe Orecchio e Vincenzo Gennaro, mentre Rosario Lo Bianco è stato assistito dall’avvocato Patrizio Cuppari. (continua a leggere l’articolo su Lacnews24.it)