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18/01/2023 ore 11.51
Cronaca

Fondi per l'accoglienza utilizzati a fini personali: sequestro da 350mila euro a tre noti imprenditori cosentini

Secondo le indagini avrebbero trasferito indebitamente sui propri conti correnti le risorse ministeriali destinate alla onlus che gestiva un Cas per cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale
di Redazione

Sequestro da 350mila euro per tre imprenditori cosentini. A eseguirlo sono stati stamattina i militari della Guardia di Finanza di Cosenza, che hanno dato esecuzione al provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Cosenza. Il sequestro ha riguardato disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili riconducibili ai tre.

Al centro delle indagini di polizia giudiziaria svolte dai militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di
Cosenza su delega della locale Procura della Repubblica l’utilizzo illegittimo di fondi pubblici erogati a una onlus cosentina demandata alla gestione di un “Centro di accoglienza straordinaria” (Cas) per cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, ubicato in un comune della provincia.

Dalle indagini eseguite dai finanzieri è emerso che tre soggetti appartenenti a una nota famiglia di imprenditori cosentini, nelle loro rispettive qualità di presidente del consiglio di amministrazione e rappresentante legale della onlus (uno) e consiglieri (gli altri due), avrebbero distratto, nel tempo, dalle finalità pubbliche previste gran parte delle risorse finanziarie ministeriali, traendone beneficio personale.

Di fatto, tra gli anni 2015 e 2020, i tre soggetti – mediante artifizi contabili, consistiti nell’artata creazione di scritture e poste di bilancio recanti costi e/o finanziamenti alla onlus stessa da parte di soci, rivelatisi di fatto inesistenti – avrebbero trasferito indebitamente su conti correnti bancari personali, ovvero intestati ad altre imprese da loro amministrate, circa 350mila euro, integrando le ipotesi di reato di malversazione di erogazioni pubbliche e autoriciclaggio.

Tali risultanze hanno consentito alla Procura della Repubblica di Cosenza di formulare e ottenere dal competente Tribunale l’applicazione della misura cautelare reale che ha riguardato, nello specifico, conti correnti bancari intestati ai tre denunciati e a imprese a loro riconducibili, per il totale complessivo del profitto illecito.