I Piromalli di Gioia Tauro, la storia del clan più potente della ’ndrangheta
Forse la più potente famiglia di ‘ndrangheta d’ogni tempo. Alleata, a sua volta, con le più potenti famiglie calabresi, dai De Stefano di Reggio Calabria ai Mancuso di Limbadi. Con entrature politiche, istituzionali, massoniche, il clan Piromalli, in sodalizio con i Molé, però solo nel 1997, all’epilogo del maxiprocesso Tirreno, viene riconosciuto quale associazione mafiosa.
Ma esiste, di fatto, da lustri: almeno a partire dagli anni ’70, quando tutte le cosche dell’intera Piana di Gioia Tauro sono piegate al loro volere, così come emerge tra le pieghe di un altro storico processo – De Stefano Paolo + 59 – definito dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria il 23 luglio del 1979.
Il casato hai i suoi capostipiti nei fratelli Girolamo Piromalli, classe 1918 e, appunto, Giuseppe Piromalli classe 1921. Girolamo muore nel 1979. Giuseppe, invece vivrà a lungo e vedrà il nuovo millennio. Sotto la sua ala crescono i nipoti, ovvero i fratelli Gioacchino, classe 1934, Antonio, classe 1939, e Giuseppe, classe 1945. Ma saranno stati i suoi pronipoti, quindi i figli di Gioacchino, Antonio e Giuseppe, ovvero Antonino detto Ninello, classe 1965, Gioacchino l’avvocato classe 1965, e Antonio classe 1972, a traghettare la famiglia nel nuovo millennio.