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14/04/2021 ore 13.57
Cronaca

«In Calabria si muore perché non ci si può curare». Occupato il tetto dell'AO di Cosenza

«Siamo all’interno della sede dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Chi può ci raggiunga. L’emergenza Covid-19 si sta abbattendo sulla provincia di Cosenza. Contagi e morti aumentano, i pochi ospedali attivi sono ormai saturi, il personale sanitario è stremato. Questa è la situazione a distanza di oltre un anno dall’inizio della pandemia». Inizia così una nota di
di Redazione

«Siamo all’interno della sede dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Chi può ci raggiunga. L’emergenza Covid-19 si sta abbattendo sulla provincia di Cosenza. Contagi e morti aumentano, i pochi ospedali attivi sono ormai saturi, il personale sanitario è stremato. Questa è la situazione a distanza di oltre un anno dall’inizio della pandemia». Inizia così una nota di un folto gruppo di attivisti che firma il comunicato “Calabresi in mobilitazione per la sanità pubblica”. I manifestanti sono arrivati sul tetto dell’AO ed hanno srotolato degli striscioni che riassumono le loro richieste. Per l’immediato sono sostanzialmente due: l’apertura di nuovi ospedali e l’assunzione di nuovo personale medico.

Occupato il tetto dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza

«Nulla che non si potesse facilmente prevedere – aggiungono dall’occupazione -. Lo scorso autunno ci siamo mobilitati chiedendo la riapertura dei 18 ospedali chiusi, un intervento del Governo nazionale data l’incapacità degli amministratori e risorse per ricostruire la sanità pubblica calabrese. Le istituzioni, ad ogni livello, hanno preferito rimanere inermi e affidarsi alla fortuna. Ecco, la risposta è nei decessi avvenuti all’Annunziata di due calabresi in attesa che si liberasse qualche posto. In Calabria, nel 2021, si muore perché non si può essere curati. Non è uno slogan o un rischio ma è la realtà dei fatti. In tutto ciò i commissari non riescono a varare scelte efficaci e coraggiose, le istituzioni si affidano a inutili comunicati. I parlamentari calabresi non si è ben capito cosa facciano a Roma e il Ministro Speranza, quindi il Governo, ignorano come al solito la Calabria, abbandonandoci al nostro destino. Di fronte a questa situazione abbiamo la responsabilità di mobilitarci, non possiamo assistere silenti a questo massacro, non vogliamo fare la conta quotidiana dei defunti».

«Non perdiamo altro tempo»

«Senza giri di parole, c’è l’immediato bisogno di assunzioni a tempo indeterminato di personale sanitario e di riaprire gli ospedali chiusi – chiudono nel documento gli occupanti -. C’è bisogno anche di un intervento poderoso del Governo nazionale che congeli il debito, prodotto dalla mala politica e pagato dai cittadini, e liberi risorse per la sanità pubblica. Non c’è più tempo. I nostri padri e le nostre madri continuano a morire, ora dopo ora».