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30/03/2025 ore 15.00
Cronaca

Inchiesta “Malarintha”, la procura non fa ricorso: le assoluzioni e i proscioglimenti diventano definitivi | NOMI

La sentenza emessa dal gup del tribunale di Cosenza Letizia Benigno non viene impugnata dal pm. Sono undici invece gli imputati a processo
di Antonio Alizzi

La sentenza di primo grado sull’inchiesta “Malarintha”, che aveva acceso i riflettori della procura di Cosenza sulla presunta mala gestione del Comune di Rende, è ora definitiva per tutti gli imputati assolti o prosciolti. Il motivo? L’ufficio di procura ha scelto di non presentare appello, rendendo così definitive le decisioni del giudice per l’udienza preliminare, Letizia Benigno.

Restano in piedi soltanto le posizioni degli imputati che erano stati rinviati a giudizio e che, dunque, affronteranno l’istruttoria dibattimentale.

L’inchiesta, avviata a partire da un presunto illecito nel taglio di alberi lungo il fiume Surdo, si era poi estesa a ipotesi di reato più gravi, come corruzione e turbativa d’asta. Al centro, una presunta alterazione del corretto funzionamento amministrativo attraverso affidamenti diretti e gare sospette. Ma per molti degli indagati, le tesi difensive hanno retto.

Tra le posizioni più emblematiche c’è quella dell’ex sindaco di Rende, Marcello Manna, coinvolto nella parte dell’indagine relativa alla gestione del centro diurno “Il Melograno”. Anche in questo caso, le contestazioni si sono progressivamente sgretolate: prima con la decisione del Tribunale del Riesame di Catanzaro, poi con la conferma della Cassazione, che ha annullato l’accusa nei confronti della dirigente comunale Roberta Vercillo.

La scelta della procura di non impugnare le assoluzioni e i proscioglimenti è un punto di svolta nel procedimento, che si restringe ora solo alle posizioni rimaste in piedi. Si attende l’avvio dell’istruttoria per i rinviati a giudizio, su cui si concentrerà il prosieguo dell’inchiesta.

Inchiesta Malarintha, le assoluzioni definitive

Inchiesta Malarintha, i proscioglimenti definitivi

Inchiesta Malarintha, i rinviati a giudizio