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05/12/2025 ore 18.33
Cronaca

Indennità chilometrica, la Corte ribalta Calabria Verde

La Corte d’Appello di Catanzaro riconosce natura retributiva al rimborso chilometrico dei forestali

di Redazione

La questione dell’indennità chilometrica dei forestali entra in una nuova fase dopo la sentenza con cui la Corte d’Appello di Catanzaro ha accolto il ricorso di un operaio idraulico-forestale, assistito dagli avvocati Carlo Abbruzzese, Andrea Borsani e Dario Semeraro. Una decisione destinata a incidere sull’intero comparto, perché afferma un principio chiaro: il rimborso per i chilometri percorsi non è un semplice ristoro spese ma un elemento retributivo che compensa il disagio operativo nei cantieri montani.

La vicenda nasce da un tema molto concreto. Quando l’ente non mette a disposizione un mezzo aziendale, i lavoratori utilizzano il proprio veicolo per raggiungere zone spesso impervie. Il CCNL prevede, all’articolo 54, una specifica indennità calcolata su un quinto del costo della benzina per ogni chilometro percorso. Calabria Verde, invece, aveva applicato un rimborso “forfettario” previsto dal contratto integrativo regionale, ritenendolo compatibile con i vincoli di bilancio imposti dalle normative sulla spesa pubblica.

Il Tribunale di Cosenza aveva inizialmente condiviso questa impostazione, sostenendo che la scelta dell’ente fosse legittima per evitare lo sforamento dei tetti finanziari. La Corte d’Appello, però, ha ribaltato l’impianto motivazionale, riconoscendo che l’indennità chilometrica, proprio perché retributiva, non può essere ridotta né sostituita unilateralmente da un ente pubblico economico. Il ragionamento dei giudici si fonda sull’applicazione del CCNL privatistico ai dipendenti di Calabria Verde, come stabilito dall’articolo 7-bis del decreto-legge 120/2021.

Un passaggio decisivo riguarda la presunta mancanza di risorse, più volte invocata dall’ente regionale. La Corte ha rilevato che la copertura finanziaria per applicare il contratto nazionale era stata formalmente attestata da un decreto dirigenziale del 2022. Da qui la conclusione che i vincoli di bilancio non possono giustificare il sacrificio di diritti contrattuali espressamente riconosciuti.

L’accoglimento è parziale solo sotto il profilo temporale. L’operaio avrà diritto alle differenze retributive a partire da novembre 2021, data dell’entrata in vigore della normativa che estende ai forestali la disciplina privatistica. Calabria Verde dovrà corrispondere le somme maturate e farsi carico delle spese legali.

La sentenza apre ora scenari potenzialmente estesi. Molti lavoratori hanno subito lo stesso trattamento e potrebbero intraprendere ricorsi analoghi, nella consapevolezza che la Corte ha fissato un principio generale destinato a valere oltre il singolo caso: i diritti derivanti dalla contrattazione collettiva non possono essere compressi in nome della spending review. Un precedente che potrebbe ridisegnare i rapporti tra l’ente regionale e migliaia di addetti impegnati ogni giorno nella gestione e tutela del territorio calabrese.