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24/11/2025 ore 16.39
Cronaca

Allarme Adps: gravi criticità nell’accesso al laboratorio Inrca di Cosenza

L’associazione denuncia procedure restrittive, attese interminabili e disagi per cittadini e strutture private

di Redazione

A Cosenza cresce il malcontento per le nuove procedure introdotte all’Inrca-Por, dove l’accesso ai servizi del laboratorio analisi è diventato un percorso tortuoso tanto per i cittadini quanto per le strutture sanitarie private che si appoggiano al presidio per esami e diagnosi. La denuncia arriva dall’Associazione Diritti Prevenzione e Sicurezza (Adps), che parla apertamente di disposizioni illegittime, inefficienze organizzative e tempi di attesa ormai incompatibili con le necessità sanitarie del territorio.

Al centro delle contestazioni c’è una circolare interna del Cup, priva di protocollo e non firmata da un responsabile del procedimento, che introduce limiti rigidi alla possibilità di prenotare più prestazioni per conto terzi. Le nuove regole permettono infatti a un delegato di strutture come case di cura, poliambulatori o associazioni di prenotare al massimo tre pazienti alla volta, imponendo poi il ritorno in coda per ulteriori richieste. Una prassi che, secondo l’Adps, si traduce in “un vero supplizio amministrativo”, con operatori costretti a ripetere lo stesso iter più e più volte anche quando si tratta di gestire decine di campioni da analizzare.

La conseguenza immediata è stata un rallentamento generalizzato delle attività. Nei casi più frequenti, un semplice esame del sangue richiede fino a quindici giorni di attesa, un tempo che rischia di compromettere diagnosi tempestive e continuità assistenziale. Una situazione ancor più critica per i pazienti fragili, che fino a poco tempo fa usufruivano di un canale più snello e dedicato alle strutture convenzionate.

Nella loro nota, i rappresentanti dell’Adps parlano di “collasso organizzato”, sottolineando come la scelta di giustificare tali restrizioni con la necessità di garantire l’equità di accesso non solo non regga sul piano logico, ma finisca per penalizzare l’intera rete di utenti che utilizza il laboratorio dell’Inrca. La mancanza di un’identificazione formale della circolare, sottolineano, rende inoltre l’atto facilmente impugnabile sul piano amministrativo.

L’associazione chiede quindi il ritiro immediato delle nuove disposizioni, il ripristino di uno sportello dedicato alle strutture private e la piena trasparenza sulle motivazioni che hanno portato a una scelta definita “dannosa, inefficace e priva di fondamento”. In assenza di risposte, l’Adps annuncia di essere pronta a procedere tramite vie legali e a coinvolgere gli organi regionali di controllo per tutelare cittadini, operatori e pazienti.