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09/07/2025 ore 13.48
Cronaca

"Malarintha" a Rende, processo ordinario e abbreviato: le novità | NOMI

Il gup Benigno ammette le richieste delle difese. Tra queste c'è anche quella di Marcello Manna, al quale viene contestato solo un reato

di Antonio Alizzi

Il gup Benigno ammette le richieste delle difese. Tra queste c'è anche quella di Marcello Manna, al quale viene contestato solo un reato

Il processo “Malarintha“, l’inchiesta della procura di Cosenza sulla presunta mala gestione del comune di Rende, entra finalmente nel vivo. Chiuso l’incidente probatorio, si è passati all’udienza preliminare. Il gup Letizia Benigno ha valutato le richieste di abbreviato formulate dalle difese degli imputati, ammettendo al rito alternativo una parte di essi. Parliamo di Marcello Manna, ex sindaco di Rende, Maria Vittoria Campesi, Sandro Campesi, Annunziata Maria Rita Cristaudo e Alessandro Sturino.

In particolare, come risulta dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari all’ex amministratore rendese, nonché avvocato penalista del foro di Cosenza, viene contestato soltanto un reato (gli altri sono stati stralciati), quello del centro diurno per minori. Imputazione nella quale compaiono anche l’ex assessore comunale Annamaria Artese, i dirigenti Francesco Minutolo e Roberta Vercillo, nonché Annunziata Maria Pia Cristaudo, Lavinia Volpentesta e Maria Brunella Patitucci.

Accuse traballanti

Secondo la procura di Cosenza gli indagati, in concorso tra loro, con mezzi fraudolenti avrebbero turbato la gara relativa all’affidamento in gestione del centro diurno per minori, situato a Quattromiglia di Rende. Per i magistrati, sarebbe stata favorita la cooperativa sociale “Il Melograno”. Su questa vicenda però il Riesame di Catanzaro si era espresso in modo chiaro, escludendo i gravi indizi di colpevolezza nei confronti della dirigente Roberta Vercillo.

Come nasce l’inchiesta “Malarintha”

L’inchiesta “Malarintha” muove i primi passi dal taglio di alberi lungo il fiume Surdo e si estende ad altre ipotesi di reato, quali corruzione e turbativa d’asta. Una presunta mala gestione dell’Ente rendese, finito nel mirino per diversi affidamenti diretti nonché di appalti che, secondo la procura, sarebbero stati alterati attraverso condotte irregolari. La maggior parte degli imputati ha comunque scelto il rito ordinario. Le prossime fasi sono attese a giugno.