Mascherine Covid a Rende, non ci fu speculazione: imputato assolto
Non ci fu alcuna speculazione nella vendita di alcune mascherine anti covid messe in commercio da un’azienda di Rende, il cui titolare è finito prima sotto indagine e poi a processo per il reato di manovre speculative su merci. La difesa, rappresentata dall’avvocato Giovanni Ferrari, ha dimostrato la liceità delle condotte del titolare della società con sede a Rende. Ieri infatti l’imputato, un 52enne di Cosenza, è stato assolto dal tribunale monocratico di Cosenza.
Il giudice Marco Bilotta, analizzando le prove raccolte durante l’istruttoria dibattimentale, ha concluso così: «La condotta di messa in vendita non può dirsi inclusa nelle “manovre speculative”». E ancora: «Perché sia reato, la condotta deve generare un rincaro del prezzo o una rarefazione del prodotto tale da incidere per intensità e durata in modo eccezionale sul mercato». Secondo il giudicante «è di tutta evidenza che già il singolo venditore al dettaglio non può, per la tipologia di palcoscenico cui si riferisce, commettere il reato (potrebbe commetterlo l’impresa di grandi dimensioni che rifornisce molteplici venditori al dettaglio); specialmente poi l’imputato «titolare di una ferramenta in una piccola località, la cui attività di vendita dei beni interessati dal rincaro è una marginale porzione del suo commercio».
La vicenda nacque quando un cittadino si recò al negozio del titolare, il quale propose l’acquisto dei dispositivi di protezione al prezzo di 8 euro iva inclusa. Poi andò a bussare la Finanza per capirne di più.