Massimiliano D'Elia, la Cassazione annulla un parziale diniego sulla liberazione anticipata
La Corte di Cassazione ha annullato parzialmente il diniego della liberazione anticipata per Massimiliano D’Elia, condannato a 17 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio volontario e sottoposto a custodia cautelare dal maggio 2019. Il ricorso, presentato dall’avvocato Fiorella Bozzarello, è stato accolto con riferimento ai semestri compresi tra il 16 maggio 2019 e il 15 maggio 2020, mentre è stato respinto per i semestri successivi.
Procedimento e ricorso
L’ordinanza del Tribunale di sorveglianza di L’Aquila, datata 7 maggio 2024, aveva rigettato il reclamo di D’Elia contro il diniego del Magistrato di sorveglianza di Pescara. La motivazione del rigetto si basava sulla presunta mancanza di partecipazione immediata al percorso rieducativo e sull’uso illecito di un cellulare in carcere tra il 2020 e il 2021.
Secondo la difesa, il Tribunale aveva ignorato elementi rilevanti come «la regolarità, nei primi due semestri, della condotta carceraria» e «la fattiva partecipazione all’azione rieducativa», documentata da attività lavorative e studio, che avevano portato al riconoscimento della liberazione anticipata per periodi successivi.
Liberazione anticipata, decisione della Cassazione
La Cassazione ha accolto il ricorso con riferimento al primo periodo di detenzione (16 maggio 2019 – 15 maggio 2020), rilevando che il Tribunale non ha fornito una motivazione sufficiente a supporto del rigetto. La Corte ha inoltre sottolineato che «non è dato comprendere su cosa poggi l’assunto che vuole il condannato mostrarsi, all’indomani del suo arresto per un fatto risalente, refrattario ad intraprendere un percorso teso alla risocializzazione».
Rigetto per i semestri successivi
Diverso è stato l’esito per i semestri compresi tra il 16 maggio 2020 e il 15 novembre 2021. La Cassazione ha ritenuto legittima la decisione del Tribunale di rigettare la liberazione anticipata, considerando la «grave condotta trasgressiva» di D’Elia. Durante quel periodo, l’imputato ha detenuto e utilizzato un cellulare per oltre un anno, violando le regole carcerarie e commettendo un illecito penale ai sensi dell’art. 391-ter del codice penale.
I giudici hanno rilevato che tale comportamento dimostra una mancata adesione al progetto rieducativo: «La comprovata propensione di D’Elia alla violazione delle regole e la notevole durata dell’illecito valgono ad attestare la sua mancata adesione al trattamento».
Ora nuovo giudizio
La Cassazione ha disposto l’annullamento dell’ordinanza impugnata limitatamente al diniego della liberazione anticipata per i semestri dal 16 maggio 2019 al 15 maggio 2020. La questione è stata rinviata al Tribunale di sorveglianza di L’Aquila per un nuovo giudizio.