Monsignor Francesco Nolè: l'uomo, il pastore, la guida spirituale
Primo di cinque figli, monsignor Francesco Nolè, nasce a Potenza il 9 giugno del 1948. Tra le fila dell’ordine dei frati minori conventuali di Ravello, comincia il suo percorso luminoso che consoliderà una vita votata alla fede e alla spiritualità. A Roma, tra le mura della facoltà teologica Seraphicum, termina i suoi studi filosofici e teologici ma la sua formazione non si ferma. Consegue la licenza in teologia morale alla sezione San Luigi della Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale di Napoli e la laurea in Pedagogia a Cassino.
La sua esistenza è sempre in movimento, sorretta da un animo gentile e da un senso di accoglienza fuori dal comune. Il 2 settembre 1973 viene ordinato sacerdote a Potenza dal vescovo Vittorio Costantini. La sua prima destinazione è Nocera Inferiore, la sua nuova dimora spirituale il convento di Sant’Antonio.
Trascorrono vent’anni. Nel 1992, siamo a giugno, Roma diventa la sua nuova sede. Nella capitale viene chiamato a dirigere il Centro Missionario Nazionale, compito che svolge fino al 28 aprile 1994 anno in cui viene eletto ministro provinciale a Napoli (per la Campania e la Basilicata). La sua missione si amplia, le sue responsabilità si moltiplicano e Nolè accoglie ogni cambiamento affrontando con passione ogni nuova incombenza.
Per quattro anni, dal 30 aprile 1997, viene confermato ministro provinciale. Tre anni dopo, il 4 novembre 2000, viene eletto alla sede vescovile di Tursi-Lagonegro e il 10 dicembre dello stesso anno è consacrato vescovo da S.E. Monsignor Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, a Pompei.
Per Cosenza la data del 15 maggio del 2015 è da segnare. Quel giorno Nolè viene eletto da papa Francesco, arcivescovo metropolita di Cosenza – Bisignano. Prende le redini della diocesi raccogliendo l’eredità di Salvatore Nunnari.
Nell’anno in cui la cattedrale di Cosenza festeggia i suoi primi 800 anni, monsignor Nolè, amatissimo dai suoi fedeli, lascia questa terra. Solo poche settimane fa, da un letto d’ospedale, nonostante la sofferenza che il suo male provocava non mancò di scrivere ai fedeli per dargli coraggio, benedire i nuovi sacerdoti e chiedere preghiere per la sua anima. Generosità, attenzione e una fede incrollabile, nonché uno spirito che in pieno ha realizzato la filosofia francescana, hanno contraddistinto il suo viaggio in questa vita. E oggi tutti lo piangono, non solo un’intera città ma un Paese che ha conosciuto il suo tocco leggero e ringrazia di averlo conosciuto.