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22/08/2023 ore 08.30
Cronaca

Narcotraffico a Cosenza, i nigeriani usavano WhatsApp per eludere le intercettazioni

Un assuntore alla Dda di Catanzaro: «Prima di andare a comprare la droga telefonavo a "Ibra" per concordare l'appuntamento»
di Antonio Alizzi

I presunti narcotrafficanti nigeriani di Cosenza ritenevano che le comunicazioni su WhatsApp potessero eludere le eventuali intercettazioni telefoniche delle forze dell’ordine. Lo rivela alla Dda di Catanzaro uno degli assuntori di droga ascoltati dai carabinieri di Cosenza in piena pandemia Covid. Siamo nell’aprile del 2020, fase in cui l’indagine coordinata dal pubblico ministero Giuseppe Cozzolino, applicato all’ufficio di procura antimafia solo per questo procedimento, entra davvero nel vivo.

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Il racconto inizia così. «Sono un abituale assuntore di sostanza stupefacente del tipo hashish e marijuana. Dal mese di settembre 2019 fino alla fine di febbraio 2020, ho acquistato la sostanza stupefacente da un gruppo di spacciatori, per lo più stranieri, che occupavano quotidianamente la zona dell’autostazione di Cosenza e vie limitrofe. Tale gruppo era composto da numerose persone, per come ho potuto più volte, tuttavia io solitamente acquistavo la droga da uno solo, ovvero tale “Ibra“. Prima di andare a comprare la droga telefonavo a “Ibra” per concordare l’appuntamento», afferma il testimone.

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«Tengo a precisare che la maggior parte delle conversazioni, su esplicita richiesta di Ibra, avvenivano tramite l’applicazione “WhatsApp“, poiché a suo dire era protetta da intercettazioni telefoniche. Acquistavo ogni volta quantitativi di marijuana o hashish pari ad uno o due grammi per volta, al prezzo di 5 euro circa al grammo. Le cessioni avvenivano con frequenza di due o tre volte a settimana, destinati al mio esclusivo uso personale». E infine: «Le cessioni avvenivano quuasi sempre in zona autostazione o vie contingue».