Narcotraffico internazionale, condanne per i broker della 'ndrangheta e della camorra | NOMI
Un’importante sentenza ha concluso un maxi processo sul narcotraffico internazionale, con pesanti condanne per i principali broker di ‘ndrangheta e camorra coinvolti nelle operazioni di traffico di droga tra il Nord Europa e l’Italia. Il tribunale di Milano, presieduto dal gup Roberto Crepaldi, ha emesso pene severe per circa 40 imputati, accusati di far parte di un’associazione criminale dedita al traffico di cocaina. Questo processo ha preso forma dall’inchiesta del pm Gianluca Prisco, condotta dalla Dda di Milano, in collaborazione con il Nucleo di polizia economico-finanziaria della GdF, e ha portato a 38 arresti nel marzo 2023.
Nel quadro di questo processo, i nomi di alcuni dei principali imputati sono emersi con forza. Ecco i dettagli delle principali condanne:
- Bartolo Bruzzaniti: 20 anni di reclusione, considerato uno dei principali broker del narcotraffico internazionale e protagonista di traffici di cocaina da e per l’Italia.
- Raffaele Imperiale: 6 anni di reclusione, soprannominato “boss dei Van Gogh”, ex latitante e ora collaboratore di giustizia. La sua condanna si aggiunge a un’altra pena di 9 anni e 6 mesi per traffico internazionale di droga.
- Domenico Salvatore Papalia: 20 anni di reclusione, accusato di essere uno degli organizzatori principali dei traffici nel nord Italia.
- Luca Formisano: 13 anni e 4 mesi di reclusione, in riduzione rispetto alla richiesta di 20 anni.
- Antonio Giordano: 13 anni e 9 mesi di reclusione.
- Michael Giordano: 6 anni e 4 mesi di reclusione, rispetto alla richiesta di 11 anni.
- Franco Barbaro: 13 anni e 4 mesi di reclusione.
- Antonio Bruzzaniti: 12 anni e 4 mesi di reclusione.
- Davide Flachi: 6 anni di reclusione.
- Pasquale Modaffari: 7 anni e 9 mesi di reclusione.
Le indagini hanno rivelato come Bartolo Bruzzaniti fosse coinvolto nell’acquisto di grandi carichi di cocaina da Raffaele Imperiale e da Bruno Carbone (condannato a 8 anni e 4 mesi). I carichi venivano poi utilizzati per rifornire i clan criminali nel milanese, in una rete complessa di traffico che si estendeva a diverse regioni italiane e anche all’estero.
Il traffico di droga viaggiava principalmente attraverso i tir, che partivano dall’Olanda con carichi consistenti di 200-300 kg di cocaina per viaggio. Questi venivano stoccati in magazzini situati a Gerenzano, in provincia di Varese. Le operazioni coinvolgevano diverse persone legate all’ndrangheta, definita dalle indagini come la “associazione lombarda” del narcotraffico.