Narcotraffico tra Cassano e Cosenza, parlano i pentiti | NOMI
di Antonio Alizzi
Uno dei capitoli contenuti nell’informativa finale delle forze dell’ordine sul presunto traffico di droga tra Cassano e Cosenza riguarda i collaboratori di giustizia. La Dda di Catanzaro, nell’intento di costruire il puzzle investigativo, richiama le dichiarazioni di sette pentiti. Tutti cosentini, ai quali si aggiunge Roberto Porcaro che solo per ragioni temporali, non è stato sentito dai pubblici ministeri antimafia, coordinati dal procuratore capo Nicola Gratteri. Stessa cosa dicasi per Ivan Barone, le cui propalazioni sono state utilizzate già davanti al Riesame di Catanzaro.
Gli ex mafiosi menzionati dalla Dda di Catanzaro, come detto, sono tutti originari del capoluogo bruzio. Parliamo di Vincenzo De Rose, Marco Paura, Francesco Noblea, Giuseppe Zaffonte, Luciano Impieri e i coniugi Celestino Abbruzzese alias “Micetto” e Anna Palmieri. Per il pubblico ministero Alessandro Riello, «il contributo degli ultimi due, il primo dei quali ricordiamo essere consanguineo del ceppo dei “Banana“, è un narrato decisamente più puntuale rispetto a quello degli altri collaboratori» si legge nelle carte dell’inchiesta.
«Per tutti i collaboratori – a dire della magistratura antimafia di Catanzaro – vale un unico “comune denominatore”: allorquando riferiscono questioni o accadimenti connessi ai traffici di stupefacenti sono concordi nel dire che determinate tipologie di droga provengono dal comprensorio cassanese e nello specifico dagli “zingari” (clicca su avanti per leggere Vincenzo De Rose)