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08/09/2022 ore 10.22
Cronaca

'Ndrangheta, arrestate 22 persone: tra le accuse estorsioni e tentato omicidio

Blitz all'alba nel Reggino: in 18 finiscono in carcere, gli altri 4 ai domiciliari. Nell'inchiesta coinvolti anche un consigliere comunale e il sindaco di Scilla
di Redazione

Blitz dei carabinieri all’alba in provincia di Reggio Calabria. In un’operazione contro la ‘ndrangheta denominata “Nuova linea” sono state arrestate, complessivamente, 22 persone, ritenute legale alla cosca Nasone-Gaietti di Scilla, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip distrettuale Sabato Abagnale su richiesta della Dda, diretta da Giovanni Bombardieri. Per 18 delle persone coinvolte nell’operazione è stato disposto il carcere, mentre altre quattro sono finite ai domiciliari.

Sotto i riflettori il Comune di Scilla

L’indagine nell’ambito della quale sono stati effettuati gli arresti rappresenta il seguito di altre inchieste contro le cosche di ‘ndrangheta di Scilla, cittadina ad alta vocazione turistica. Nell’inchiesta è coinvolto anche un dipendente del Comune di Scilla, per il quale la Dda ha chiesto l’interdizione per un anno dai pubblici uffici.

Un consigliere comunale di Scilla, Girolamo Paladino, di 54 anni, è stato arrestato e posto ai domiciliari. Il sindaco del centro del Reggino, Pasqualino Ciccone, di 65 anni, è indagato a sua volta nell’ambito della stessa inchiesta. Paladino è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, mentre per il sindaco Ciccone, detto “Tre culi”, come viene indicato nelle intercettazioni telefoniche effettuate nell’ambito dell’indagine, l’ipotesi di reato contestata è quella di scambio elettorale politico-mafioso.

Il ruolo del boss

Secondo quanto è emerso dalle indagini dei carabinieri, Paladino, in occasione delle amministrative del 2020, sarebbe stato sostenuto dal boss Giuseppe Fulco, di 51 anni, nipote del defunto Giuseppe Nasone, indicato come il capo storico dell’omonimo gruppo criminale. Fulco è una delle 22 persone arrestate nell’ambito dell’operazione scaturita dall’inchiesta coordinata dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, e dai sostituti procuratori Walter Ignazitto, Nicola De Caria e Diego Capece Minutolo. Nei confronti di Giuseppe Fulco il Gip, così come chiesto dalla Dda, ha disposto il carcere così come per i maggiori esponenti della cosca di Scilla coinvolta nell’operazione.

Stando alle indagini, Fulco aveva assunto il ruolo direttivo della cosca ricevendo, in questo senso, l’avallo della cosca Alvaro e dando vita alla cosiddetta “nuova linea” di ‘ndrangheta (da qui il nome dato all’operazione) nel territorio scillese. Secondo la Dda, il gruppo criminale Nasone-Gaietti avrebbe messo in atto una lunga serie di estorsioni ai danni di numerosi imprenditori impegnati in lavori pubblici ed imposto ai ristoranti della zona la fornitura di pesce e pane, commercializzati da imprese governate in modo occulto da alcuni affiliati.

Sequestrate sei società

I carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Reggio Calabria, nell’ambito dell’operazione, hanno effettuato arresti e perquisizioni, oltre che a Scilla, a Villa San Giovanni e Bagnara. Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso e concorso esterno in associazione mafiosa. Contestate anche estorsioni, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, turbata libertà degli incanti, detenzione e porto di armi da fuoco, tentato omicidio e trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante delle modalità mafiose.

Sono stati sequestrati beni mobili ed immobili per un milione di euro a Scilla. Il gip distrettuale, in particolare, su richiesta della Dda, ha disposto il sequestro preventivo di sei società attive nel settore turistico-balneare e nel commercio di prodotti ittici, di bevande e di altri prodotti alimentari.