Ndrangheta e forze dell’ordine, a processo poliziotto di Cosenza
Raffica di rinvii a giudizio nell’ambito del processo denominato “Imponimento”, l’operazione antimafia coordinata dalla Dda di Catanzaro, contro il clan Anello, che avrebbe avuto rapporti con la politica, e più precisamente con l’ex assessore regionale Stiliitani. Tra le persone finite a processo c’è anche un assistente capo di polizia, Pietro Verdelli, all’epoca dei fatti in servizio presso la questura di Cosenza, accusato dai pm antimafia di Catanzaro dei reati di concorso esterno in associazione mafiosa e rivelazione del segreto d’ufficio aggravato dall’ex articolo sette. Pietro Verdelli, avrebbe favorito la cosca Anello di Filadelfia, attraverso il suo amico imprenditore, Nicola Antonio Monteleone, a sua volta indagato, e arrestato, per associazione mafiosa.
(QUI LA REPLICA DEL DIFENSORE DI PIETRO VERDELLI) Dalle indagini della Guardia di Finanza, emergerebbe che Verdelli, in concorso con un altro pubblico ufficiale, probabilmente in servizio presso l’Arma dei carabinieri, entrambi detentori del segreto d’ufficio, «violando i doveri inerenti alle sue funzioni e comunque abusando della sua qualità di pubblico ufficiale, quale assistente capo della Polizia di Stato, acquisivano notizie d’ufficio che dovevano rimanere segrete, le rivelavano e ne agevolavano la conoscenza» si legge nella prima parte del capo d’accusa. «Verdelli – informato sul punto da Monteleone quindi da questi compulsato – si interessava della vicenda relativa al controllo effettuato da parte del personale dell’Arma dei carabinieri nei confronti del suddetto Monteleone».