'Ndrangheta, massomafia e servizi segreti deviati puntavano al cuore dello Stato
«La storia dei carabinieri, la modalità è quella, ma il movente non è quello. Io e Giuseppe Calabrò le azioni contro i carabinieri del 3 dicembre ’93, del 18 gennaio ’94, del 2 febbraio ’94, io l’ho fatto perché Calabrò è venuto a casa mia e mi ha fatto un’esplicita richiesta: dobbiamo uccidere dei carabinieri». Così il pentito Consolato Villani spiega, ancora una volta, il movente che avrebbe spinto la ‘ndrangheta a prendere parte all’attacco allo Stato insieme a Cosa nostra.
È molto più che una storia giudiziaria, quella che nel corso di questo storico e monumentale processo la Procura di Reggio Calabria ha faticosamente ricostruito, grazie ai pentiti (tra i quali c’è anche Villani) e ad una formidabile attività ricostruttiva di carabinieri, polizia e Direzione investigativa antimafia. È la storia. Che si dipana tra le nebbie della Repubblica, sullo sfondo di segreti e interessi inconfessabili. Nebbie alimentate da servizi segreti deviati e massomafia. (Continua a leggere l’articolo su Lacnews24.it)