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26/08/2023 ore 08.30
Cronaca

Nigeriani a Cosenza, il "re dei neri" e le armi per difendersi da chi non voleva che spacciassero droga

Lo rivela uno degli assuntori sentiti dalla Dda di Catanzaro e dai carabinieri. Uno degli indagati «una volta è stato picchiato da dei ragazzi italiani»
di Antonio Alizzi

I presunti narcotrafficanti nigeriani, arrestati nelle scorse settimane a Cosenza, potevano spacciare hashish e marijuana solo con il “permesso” della ‘ndragheta cosentina. E’ noto infatti la modalità di vendita di droga in città, a Rende e nell’area urbana. Tutti sono costretti a rifornirsi dai clan bruzi. Possono trafficare però dove vogliono senza limiti purché saldino i debiti. In caso contrario si agisce in modo diverso. E i nigeriani?

I presunti narcotrafficanti extracomunitari, aiutati anche da soggetti di altra nazionalità e da qualche italiano, temevano che le cosche mafiose di Cosenza non vedessero di buon occhio il loro traffico di sostanze stupefacenti. Come già emerso nella fase successiva alla notifica dell’ordinanza cautelare, alcuni di essi sarebbero stati avvicinati dagli “italiani” – soggetti non meglio precisati – ottenendo il viua libera. Ma prima che arrivasse questo momento, uno dei presunti narcotrafficanti, al vertice dell’organizzazione criminale, avrebbe acquistato una pistola per difendersi dai possibili agguati. Lo racconta uno degli assuntori, il quale ha dichiarato di averlo appreso da uno dei pusher.

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«Per acquistare lo stupefacente da loro non ho bisogno di contattarli telefonicamente, mi basta andare all’autostazione o a “Villa Giulia“, dove loro stanno sempre, e lì loro mi vendono lo stupefacente, facendolo pagare quattro euro al grammo» ha detto l’assuntore ai magistrati della Dda di Catanzaro e ai carabinieri della Compagnia di Cosenza. «Vi dico pure che c’è un soggetto africano, noto come il “re dei neri”, di cui non ricordo il nome, che so essere colui il quale rifornisce di sostanza stupefacente i pusher di cui ho parlato. Lo so perché mi è capitato in tre occasioni di notare che quando questo soggetto arriva all’autostazione (di solito giunge a bordo dell’autobus 157 proveniente da Rende) si riunisce in un vicoletto con i vari spacciatori e lì gli consegna vari quantitativi di stupefacente che poi loro spacciano».

«Inoltre voglio dirvi che» uno degli indagati «circa un mese fa», riferendosi al giugno del 2021, mi ha detto di avere una pistola» perché «una volta è stato picchiato da dei ragazzi italiani che non volevano che lui spacciasse la marijuana e quindi ha acquistato l’arma da fuoco per difendersi».