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05/08/2024 ore 20.53
Cronaca

Pentito cosentino minacciato di morte dalla 'ndrangheta: le rivelazioni dell'ex "reggente"

In un'intervista rilasciata al Gazzettino, un collaboratore di giustizia della provincia di Cosenza ha spiegato la sua situazione. Teme per l'incolumità dei familiari
di Pablo Petrasso

«Avevamo acquistato un locale e andava tutto bene: dopo circa sei mesi è arrivato un messaggio sul cellulare di mia sorella che vive in Calabria. Era un messaggio con minacce di morte per me e per la mia famiglia: erano indicati sia l’indirizzo preciso del locale che quello dell’abitazione che avevo preso in affitto». Sono le parole dell’ex reggente di un clan del Cosentino che è anche un ex collaboratore di giustizia. Uscito dal programma di protezione dopo 14 anni, aveva cercato di ripartire ma la sua vecchia vita si è riaffacciata nel presente e gli ha tolto tutto.

L’uomo lo racconta al Gazzettino scegliendo di mantenere l’anonimato: nel Nord-Est aveva cercato di ricostruire la propria esistenza, prima che qualcuno scoprisse tutto e lo costringesse a ripartire da zero. Oggi è costretto a vivere in macchina assieme a figlia, moglie e cognato, «un paziente oncologico già operato due volte». Il tentativo di rientrare nel programma di protezione è fallito «dopo 14 anni dedicati a collaborare con la giustizia, come è giusto che fosse». Il futuro è un’incognita, dopo quel messaggio che ha riaperto vecchie paure. (L’articolo continua su Lacnews24.it)