Planetario di Cosenza, rinuncia la ditta che aveva vinto la gestione. «Costi troppo alti»
Doveva essere tante cose, macinare record e finire tra i luoghi più visitati da scolaresche e turisti appassionati di astronomia. Il Planetario pare oggi, invece, un vecchio relitto abbandonato sul fondo dell’oceano, qualcosa che un tempo era stato e non è più. Ci mancava solo la crisi energetica a dare la batosta finale su un progetto diventato troppo costoso anche per chi aveva in mente di rimetterlo in piedi. Gianluigi Fabiano la gara per la gestione della struttura l’aveva vinta quasi due anni fa, poi ci aveva pensato il Covid a congelare tutto e adesso il conflitto russo-ucraino, con le stranote conseguenze sui mercati energetici, potrebbe essere la classica pietra tombale sulle già tenui speranze di riapertura.
«Credo che abbandonerò l’idea di gestirlo». Fabiano fa spallucce e ammette che dopo lunga riflessione a finalizzare il contratto non ci pensa più. «Le condizioni che esistevano quando ho partecipato al bando sono cambiate. Adesso i costi di funzionamento sono triplicati rispetto al passato, è impossibile pensare di poter avere dei margini di guadagno. Alzo le mani e mi tiro indietro». I problemi che circondano come un’aura scura una struttura costata 7 milioni e ottocentomila euro, sono molteplici e non solo legati alle bollette della luce (parliamo di circa 15mila euro al mese di spese) ma anche allo stato delle attrezzature che nessuno sa se siano ancora funzionanti. «In più, a ridosso del Planetario, c’è un cantiere aperto circondato da cumuli di materiale di risulta. L’umidità che promana da lì arriva direttamente in interni in cui l’aerazione dovrebbe essere sempre accesa – dice Fabiano – e questo per permettere la perfetta conservazione dei macchinari. Questa cosa l’avevo segnalata più volte ma le cose sono rimaste com’erano».
Adesso la parola ripasserà agli Uffici comunali. L’unica strada è quella di tentare con un nuovo bando o percorrere la tortuosa via degli adeguamenti energetici (lavori non certo economici) e poi procedere a una nuova manifestazione d’interesse.
Sembrano lontani anni luce i tempi del taglio del nastro e del cielo illuminato con 46mila euro di fuochi d’artificio. E sono lontani anche i bagliori della riapertura che l’estate scorsa doveva segnare una nuova ripartenza, così come la promessa di dedicare uno spazio alla memoria di Piero Angela. Cosenza, risultata vincitrice di un bando regionale da 60mila euro, sperava di poter riaccendere le luci del Planetario (grazie a un accordo con l’Unical), ma conti alla mano, con quella cifra si coprirebbe poco o niente, forse solo un paio di eventi e di meteore da queste parti ne abbiamo viste abbastanza.