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29/02/2024 ore 18.50
Cronaca

Processo all'ex prefetto, Galeone in aula: «Mai consegnato denaro a Cinzia Falcone»

In aula l'imputata ha reso dichiarazioni spontanee dopo l'esame del consulente Milana che ha messo in dubbio una frase riportata nelle trascrizioni delle intercettazioni ambientali
di Antonio Alizzi

Si è conclusa l’istruttoria dibattimentale del processo contro l’ex prefetto di Cosenza Paola Galeone accusata di aver proposto alla presidente dell’Animed, Cinzia Falcone di dividersi una somma di denaro, relativa ai fondi di rappresentanza, attraverso una fattura falsa. Settecento euro è la cifra sequestrata dalla Squadra Mobile di Cosenza che dopo le festività natalizie del 2019, aveva ripreso la scena in un bar di fronte la Prefettura di Cosenza.

La chiusura del procedimento è stata avanzata dalla difesa di Paola Galeone, la quale, al termine dell’esame della dottoressa Nicoletta Perrotti, funzionaria della Provincia di Cosenza, nonché assessore comunale di Castrolibero, ha ritenuto di poter rinunciare ai restanti testi e con il consenso della pubblica accusa, rappresentata dal magistrato Giuseppe Visconti, il tribunale collegiale di Cosenza (composto dal presidente Francesco Luigi Branda e dai giudici a latere Urania Granata e Maria Teresa Castiglione) ha disposto la fine del dibattimento. Nella prossima udienza infatti si terrà la requisitoria della procura di Cosenza, mentre sarà fissata un’altra data per le discussioni difensive.

L’udienza di oggi è servita a chiarire alcune circostanze riguardanti le intercettazioni telefoniche autorizzate dal gip di Cosenza, allorquando ci fu l’incontro tra l’allora prefetto Paola Galeone e Cinzia Falcone. Rispetto a quanto dichiarato dai testi di polizia giudiziaria, il consulente Milana, che ha dichiarato di aver partecipato anche al caso Palamara, l’inchiesta della procura di Perugia che ha scosso la magistratura italiana, ritiene che l’ex prefetto non abbia mai pronunciato la frase secondo la quale avrebbe dato 100 euro a Cinzia Falcone. Il dottor Milana inoltre ha evidenziato di aver rinvenuto altre discrasie sui “no” che sarebbero contenuti in un’intercettazione dove gli interlocutori erano per l’appunto le due donne.

La dottoressa Paola Galeone, una volta terminato l’esame del dottor Milana, ha reso dichiarazioni spontanee: «Ribadisco in maniera tassativa che non ho mai consegnato somme di denaro alla dottoressa Falcone, l’evento di cui si parla non è mai esistito, per il semplice fatto che non ho mai aperto il portafoglio».

Infine, la testimonianza della dottoressa Perrotti, funzionaria in servizio presso la stazione appaltante della provincia di Cosenza. La teste, che è a conoscenza della procedure per l’accoglienza migranti, ha ricordato l’iter burocratico circa la proposta di esclusione di Animed, l’associazione presieduta dalla dottoressa Cinzia Falcone, per la mancanza della documentazione idonea, dopo aver reso noto i soccorsi istruttori finalizzati a richiedere altri atti integrativi per l’approvazione della domanda. Il Rup tuttavia il 6 febbraio 2020 decretò la non ammissione di Animed.