Processo Bergamini, acquisito il libro di Petrini "Il calciatore suicidato"
Nel processo Bergamini entra anche il libro di Carlo Petrini, morto nel 2012, dal titolo “Il calciatore suicidato“, pubblicato nei primi anni del nuovo secolo, che metteva in forte dubbio la tesi del suicidio dell’ex mediano rossoblù, emiliano di nascita. Lo ha deciso la Corte d’Assise di Cosenza, presieduta dal presidente Paola Lucente, su richiesta della difesa di Isabella Internò, imputata per omicidio volontario dalla procura di Castrovillari, rappresentata in udienza dal pubblico ministero Luca Primicerio, mentre le parti civili sono assistite dall’avvocato Fabio Anselmo (nella seduta dell’8 luglio 2022 era presente anche l’avvocato Galeone).
Sempre la Corte d’Assise di Cosenza ha rigettato di acquisire agli atti del processo lo scontro “a colpi di post” su Facebook tra alcuni componenti della famiglia Bergamini e la casa editrice “Kaos“, che finanziò la pubblicazione del libro di Petrini. Polemiche nate dopo la deposizione in aula dell’ex massaggiatore del Cosenza calcio, Maltese, avvenuta nell’udienza precedente, a cui era seguita l’ennesima rissa verbale tra i difensori di Isabella Internò e l’avvocato Anselmo, sedata dal presidente Lucente.
Nell’udienza odierna sono stati sentiti sette testimoni, alcuni amici d’infanzia di Denis Bergamini e due ex calciatori del Cosenza calcio Ferroni (all’epoca allenatore in seconda) e Stefano Marra. Acquisite invece le dichiarazioni di Bruno Fantini, ex portiere rossoblù.
Nel corso del dibattimento è sostanzialmente emerso il rapporto tra Bergamini e i suoi concittadini, con i quali usciva e frequentava il paese. Rapporti che sono durati nel tempo, anche dopo la sua partenza per Cosenza, dove – a dire dei testimoni – si trovava bene. Ad alcuni di loro aveva detto di essersi fidanzato con una ragazza di nome Isabella, mentre in un’altra circostanza (o per meglio dire emergenza processuale), un testimone, più legato a Donato, ha dichiarato di non conoscere né Roberta Alleati né Roberta Sacchi, e di non aver mai sentito parlare di matrimonio dalla bocca dell’amico.
Ferroni, invece, ha parlato dell’armonia del gruppo spogliatoio, dove ogni giocatore era legato l’uno con l’altro. L’ex allenatore in seconda ha illustrato una situazione positiva, in parte già emersa in altre testimonianze, ma leggermente in contrasto con le propalazioni di Stefano Marra. Testimone, la cui escussione è durata a lungo, che ha riferito alcune circostanze in merito all’armonia dello spogliatoio, ma dalle chat con Donata Bergamini, tirate fuori dalla pubblica accusa, le sue opinioni – che ha inteso chiarire lo stesso contenuto – erano differenti.
Nella prima parte della sua deposizione, Stefano Marra, relativamente al giorno del funerale, ha detto di aver visto Isabella Internò seriamente disperata, e di non aver messo in dubbio che si fosse trattato di un suicidio, anche se gli sembrava strano, avendo conosciuto Denis per pochi mesi, definendolo «non solare», ma in alcuni casi «conviviale». Tesi del suicidio «messa in discussione per quello che ho letto sui giornali» ha aggiunto.
Poi il pm Primicerio ha aperto il fronte della chat con Donata Bergamini, dove Marra in assoluta libertà ha scritto che nello spogliatoio del Cosenza calcio c’erano alcune persone pessime, «come Gazzaneo», altre opportuniste e narcisistiche, «come Castagnini e Napolitano», mentre Ciccio Marino, a cui lo lega un grande rapporto di amicizia, «era il bulletto del quartiere». Marino, sulla scorta delle chat lette in aula, non era ben visto da Donata Bergamini. Stefano Marra, comunque, ha ulteriormente precisato di aver dato quei giudizi in maniera del tutto superficiale.
Nella prossima udienza, fissata per l’11 luglio 2022, compariranno altri ex giocatori del Cosenza calcio, mentre la seduta processuale prevista per il 14 salterà per l’astensione proclamata dai penalisti calabresi, a cui aderiranno gli avvocati Angelo Pugliese e Rossana Cribari.